Qualcuno mi svegli o io continuerò a
sognare e vestirmi di illusioni, la pelle che ricopre i muscoli si sta
sfaldando, mi trovo a vagare in una dimensione che non mi da modo di
capire se mai vorrò uscirne o se devo ancora entrarci.
Mi piace
l'idea di sognare e sprofondare nel terreno del passato, quando la vista si
cibava di speranza e l'amore poteva non finire mai, quando si riusciva a
perdonare un amico per il suo inconsapevole errore, quando la poesia era celata
in un sorriso inaspettato, quando anche le emozioni vivevano in eterno e la
notte si adagiava sulle strade con immensa dolcezza.
In quei sogni
ero giovane e senza paura, assaporavo il cibo che mi offriva la vita senza
chiedere come fosse stato cucinato, che ingredienti avesse.
Mi bastava
sentirne l'aroma, la fragranza, addentavo le forme del presente senza
lasciarne neanche una briciola, niente altro avrei chiesto se non vivere
appieno quei momenti.
Eppure, le
tigri più fameliche si appostano nelle notti di luna piena, quando la voce
del cuore ti parla nella lingua che pochi intendono, con quella voce morbida e
senza voluttà, con quella voce che fa trasalire nel sonno.
Sono loro che
assalgono la speranza e trasformano il sogno in vergogna, tramutando la
dolcezza del riposo in un incubo senza fine. Sono sola e senza note stasera
eppure decido di lasciarmi andare e prendere il vagone dei sogni che mi rimangono,
sono pochi ma, forse, basteranno per rendere meno pesante il percorso
della vecchiaia. Cerco di prendere quello che ho vissuto nell'infanzia, provo a
tenerla delicatamente per mano, mi fermo a guardare le stagioni, le perle che
ho infilato lungo il cammino, le pietre che ho scostato, le
curve, le direttrici, fino alla giovinezza nel suo pieno splendore, la guardo
senza parlare, mi chino a sentire cosa ha da dirmi, poche e decise parole, mi
spianano l'orizzonte. Mi dicono di lasciarmi prendere ancora una volta dal
sogno, senza aver timore di sperare ancora, senza perdere il contatto con la
follia, basta slegarsi un attimo dalla ragione e lui arriva. Ed io sarò sempre
qui ad attenderlo. Saprò che è arrivato quando sentirò le sue
mani evanescenti pizzicare le corde dei nervi, quando sentirò quel vociare
confuso, eppure melodioso, della gente, in una domenica mattina ricca
di sole e frescura.
Il
sogno arriverà senza avvertire, lo so....arriverà senza definiti
programmi, senza alzare polvere e tradimenti, quando sarà davanti alla mia
porta, busserà senza troppo clamore, mi chiamerà per nome, mostrandomi
quanta strada dovrò percorrere, quante lacrime dovrò versare, quanti
sorrisi mi dedicheranno il loro splendido candore, quanti abbracci mi doneranno
nuova linfa, quanti strattoni dovrò subire, e quanti volti vecchi e nuovi
abbandoneranno ed entreranno nella mia vita. Ho solo una vita da vivere
ma questa vive di sogni eterni per non morire
per non
arrendersi alla realtà del giorno fatta solo di ore, minuti, secondi. Ma ci sono
sogni che non possono essere vissuti e ci sono momenti che non si possono
prevedere,ci sono vite che non sappiamo di dover vivere ma le viviamo
ugualmente.
Amico caro,
forse ho solo sognato di vivere invece era un sogno....così diversa da
questo inferno che sto vivendo, così diverso da quello che sembra. La
vita deve aver ucciso il sogno.
Lo ha totalmente depredato di speranza, lo
ha ridotto ad un brandello senza forma, eppure...io continuo a sognare.....anche se ho paura di svegliarmi.