mercoledì 19 dicembre 2018

Una lettura critica del libro "L'ULTIMA LUNA" a cura di FEDERICO BARBIERI



‘’Le emozioni si infilano nella pelle e creano la tensione nei muscoli senza bisogno di scosse elettriche’’
Bastevole questa riflessione a dare la gradazione del sentire, nello scrivere dell’Autrice, della capacità di farsi largo nelle pieghe dell’anima. La sua. 
Dei protagonisti descritti senza alcun bisogno di dar loro connotazione anagrafica. Tanto chiara è la descrizione. 
I monologhi solo per forma attengono al termine; sono, invero dialoghi con chi ha la fortuna di tuffarsi nell’esposizione/racconto di analisi, riscontri, accuse, denunce.
L’amore descritto, senza l’utilizzo di tomografia, è l’amore messo all’indice, al bando, l’amore che s’infetta del suo opposto (la violenza verbale, fisica, psicologica). 
Tra le parole però emerge possente con la sua degna veste l’Amore. Verso il compagno/a, verso gli indifesi, i bambini.
Il monologo acquista spessore di denuncia da sottoscrivere, da condividere, da far propria sino a divenire nuova coscienza. 
La strage di Capaci. Chabra el Chatila, Marcinelle.
Il monologo perde via via anche la veste di racconto per divenire notizia, ‘’pezzo’’ giornalistico. Afferra e stringe la mano del lettore divenendo Virgilio moderno e distante, guidando a osservare con attenzione e partecipazione, passo dopo passo, il percorso che conduce a riempirsi. 
Non gli occhi. Non solo gli occhi. Non la curiosità. Non solo la curiosità. L’anima, appunto. La propria. Svelandole un altro modo di vedere in sé i possibili e nefasti segnali di ottuso egoismo, di cecità.
L’amore tossico pervade molte riflessioni de L’ultima luna. L’esperienza professionale dell’Autrice accompagna i convincimenti espressi. La cultura e l’innata dimestichezza dialettica perfezionano la forma e il messaggio è invito, accusa, lectio, carezza, polso deciso. Guerriera a difesa dell’amore vero: da vivere mano nella mano, seduti in riva al mare. Comunando emozioni e sentire. Con passione. Avendo sposo necessario il desiderio. Condiviso.
La mitologia ripresa e riletta e proposta, adeguata alla riflessione, carezza senza sfoggio né saccenza, proiettando luci vivide e attinenti e solleva, allieta l’anima. Del lettore. Della lettrice.
Persino la morte è rivestita. Nella sua consistenza immutabile se non nelle modalità che di essa mostra la vita. Appunto perché la morte è uno step dell’esistenza. Inderogabile. Atroce ma porta d’accesso all’altra dimensione. Le riflessioni sminuiscono davvero e doverosamente le preoccupazioni quotidiane di chi vive solo del suo giardino.

Ho avuto il piacere di presentare in anteprima questo libro in radio. 
Per poi compiacermi dell’amicizia dell’Autrice. 
Un privilegio.