In principio, era il Verbo...Inizia così, il Vangelo Secondo Giovanni.
E anche la Bibbia, nel primo libro, parlando della creazione, ci dice che Dio crea tutto l’Universo, usando il Verbo - la Parola: Sia - Fiat - Fiat lux...e tutto nasce, ogni cosa prende vita.
Potremmo dire che in principio c'è un suono, che origina tutto. Nel corso del tempo, il Verbo si è fatto parola e le parole, scrittura. Ecco a me ritornano in mente queste antiche affermazioni, leggendo i tanti testi che scrive Emanuela Sica.
L' uso che fa delle parole, Emanuela, nei suoi tanti libri, nelle sue poesie uniche, porta in sé davvero qualcosa di ancestrale, di atavico, che incute rispetto.
Soprattutto, in Memorie di una Janara, le sue parole assumono un significato reale, si fanno Verbo, prendono Vita e contribuiscono a rendere giustizia a chi, per secoli, ne ha incarnato l essenza più profonda, vivendole come una condanna, come ferite sanguinanti, che non potranno rimarginarsi mai, causate dall' odio di tanti uomini e donne.
JANARA - STREGA - FATTUCCHIERA!!!
Parole che diventano Ingiurie più dolorose di una lama acuminata.
Oggi viviamo in tempi in cui l overdose comunicativa, ha snaturato il reale significato di tante parole, rendendo, spesso, inutile relazionarsi con gli altri, perché non esistono più codici comunicativi condivisi.
E. S., invece, ci ha fatto riscoprire tutte le più profonde emozioni contenute nelle parole: scritte, recitate, illustrate.
M. di una Janara, è un libro che ha anche il pregio di farci compiere un lungo viaggio nel tempo, di riportarci alla nostra infanzia, quando giocando da bambine nei cortili del nostro quartiere, ci insultavamo chiamandoci "Janare", tempi in cui le nostre nonne o le vicine di casa, usavano fiori di camomilla, foglie di lauro bollite o piatti riempiti con un po' d acqua e gocce d olio, accompagnate da incomprensibili parole antiche, per guarire ogni male.
Questo magico libro, ci riporta ai tempi in cui in nostri Happy Hour erano il sorbetto di neve e sciroppo di amarena, fatto dalle nostre mamma, le migliori Master Chef del Mondo.
Tutto questo ritorno al nostro passato ed ai ricordi ancestrali, è reso possibile dal fatto che in questo libro ritroviamo la nostra memoria storica, le nostre radici, perché siamo cresciuti avendo gli stessi ricordi, avendo ascoltato gli stessi racconti, di streghe, monacielli, scazzamaurielli... e vissuto le stesse emozioni, anche se siamo di generazioni diverse.
Ho sempre pensato che chi compie lo stesso tragitto, è destinato ad incontrarsi sulla stessa strada, per me è proprio così. Parlare di questo libro è per me ritrovarmi in parte del percorso didattico che ho compiuto da docente di storia ed educazione civica con i miei alunni, nel corso di tanti decenni.
Ho cercato di insegnare loro l’importanza di conoscere e rispettare le proprie radici, la storia della propria terra, per non sentirsi soli, ma parte di una storia antichissima che ci fa sentire forti ed orgogliosi di quello che siamo.
Lo stesso percorso lo compie E. S., in questo libro, insegna ai due giovani protagonisti, il profondo legame che si instaura tra il passato e il presente, la bellezza e anche il dolore che possiamo trovare scoprendo il nostro passato, che poi, è il solo modo per costruire un solido futuro.
Ancora compiendo lo stesso percorso, anche se in periodi diversi, ho incontrato Emanuela, come donna, una donna che come me e tantissime altre donne, usando anche la sua potente e pulsante scrittura, con libri come Rosso vdg, è da sempre impegnata contro la violenza di genere.
Tutti i suoi libri, sono uniti da un fil rouge, un filo rosso, poiché al centro c è sempre la volontà di dare voce e giustizia alle Donne, dando loro il riconoscimento che la Storia, scritta da uomini, ha spesso negato, falsando consapevolmente, linguaggio e realtà...
"Ho fatto una capanna di silenzio, dove metto ad asciugare le parole non dette"...
Scrive la protagonista del libro, una giovane donna sofferente che vorrebbe solo trovare un po' di pace e rispetto.
E, secoli dopo, questo libro dà voce alle migliaia di donne che volevano solo alleviare il dolore degli altri, donne torturate, emarginate, messe al rogo.
Emanuela Sica con questo libro, inoltre , conferma, ancora una volta, di essere una vera studiosa, di possedere grandi conoscenze, riuscendo ad usare con grande maestria e leggerezza, contemporaneamente, diversi codici letterari, diverse forme espressive, nel suo libro: usa il linguaggio medievale, di una donna che urla dolore e voglia di pace, che, nonostante tutto quello che vive, tramanda antiche ricette ed elisir e la lingua attuale dei due giovani protagonisti, simbolo delle nuove generazioni, Michele e Ginevra, cui questa splendida storia è dedicata.
Scrive anche nella sua lingua madre, la nostra scrittrice, la lingua legata al suo cuore e alla sua infanzia, il dialetto della sua Terra, dando voce al Nononno e alla Nononna, che si fanno cantori e custodi di antiche leggende...
Il libro diventa anche un saggio ed un documento storico, quando ci parla di un testo nato dalla mente davvero satanica di due monaci, nel lontano 1487, su richiesta del papà, due predicatori che rinnegando i principi di amore e perdono che Gesù ha lasciato loro, scrivono il libro Martello delle streghe, Malleus Maleficarum, il Martello delle Malefiche, in cui si fa legge, la persecuzione, la tortura e l’uccisione di tante donne innocenti, circa 60mila, calcolano gli storici, nel tremendo periodo denominato "Caccia alle Streghe", durato oltre tre secoli...
La parte storiografica, si conclude con il racconto della storia di tante famose Janare e del triste epigono delle loro vite... Questo libro è vero un dono, per tutti noi, conferma che davvero Emanuela Sica, da Casa Sanremo, fino ad ogni angolo della nostra Penisola, è la vera Ambasciatrice della Storia e della Cultura Irpina, della sua poesia e magia, facendosi anche, una vera custode della Memoria storica Irpina.
Vi rivolgo un invito, in conclusione del mio intervento: anche se sono passati alcuni giorni dalla Festa della Mamma, siete ancora in tempo a regalare alle nonne e alle mamme, Memorie di una Janara, a tutte le vostre figlie ed amiche, le donne anche se non hanno figli, sono sempre madri, poiché sanno dare come nessun altro.
Regalate cultura e passioni a piene mani, contribuirete a rendere più ricche tante persone, cercando, insieme a noi, di creare relazioni migliori e, forse, un Mondo più vivibile!!!