L’autrice, nel narrare la vicenda, dà molta importanza alle memorie e alle menzogne che hanno nascosto la verità, l’hanno celata in una caverna buia attraverso cui la protagonista procederà, portando con sé una piccola luce fioca, che diventerà sempre più forte, quella della sua determinazione, attraverso i segni che lei scoprirà attraverso la sua vita, impigliata nello strato irregolare delle eredità familiari.
La ruota del destino è inesorabile e, anni dopo, colpisce la quinta dei sei figli di Rinuccia con una caduta in montagna, ma è come se la realtà in un certo senso si capovolgesse, perché Rinuccia era diventata guaritrice e madrina delle cadute dell’infanzia di sua nipote, la protagonista, come contraltare di un profondo dolore, lei che “avrebbe tenuto a bada il male con i calli sulle mani, il canto e la preghiera” e avrebbe portato avanti la famiglia con una serenità, anche se apparente.
Con la nascita di sua figlia, Venera era uscita dagli incubi delle sue notti e si era incarnata sul corpo, attraverso una strana macchia sul viso come una presenza nascosta: il suo mondo invisibile era tutto occupato da lei, che era come se facesse parte della parte più profonda del suo essere. Era abituata a pensare a Venera come al suo doppio, un fantasma vivo, con tutte le donne che conteneva dentro di sé. Si era creato un legame profondo e “familiare” con il marito di sua madre che diventa per la piccola un punto di riferimento irrinunciabile.
Nel corso degli anni, di madre in figlia, avevano ereditato una storia che dovevano sapere, ma di cui non potevano parlare. Significativo è il concetto di Mitologia Familiare, i ricordi che si trasmettono, anche se talvolta infarciti di menzogne o dimenticanze: la Mitologia “è una narratrice che sa scegliere la convenienza” . Particolare, nel corso del racconto, era la ripetizione del numero trentotto nella vita della sua famiglia, in cui “le donne si trasformano e gli uomini svaniscono”, come il mistero di una strana maledizione.
Alla fine, quando la protagonista dice a sua madre che ha fatto ricerche su sua nonna Venera in manicomio, lei la osserva con incredulità, rivelandole di non aver mai saputo niente di quella storia: è una sorta di cerchio che si chiude, immerso in un mondo dell’illusione della verità.