lunedì 30 gennaio 2012

Eppure io continuo a sognare



Qualcuno mi svegli o io continuerò a sognare e vestirmi di illusioni, la pelle che ricopre i muscoli si sta sfaldando, mi trovo a vagare in una dimensione che non mi da modo di capire se mai vorrò uscirne o se devo ancora entrarci.
Mi piace l'idea di sognare e sprofondare nel terreno del passato, quando la vista si cibava di speranza e l'amore poteva non finire mai, quando si riusciva a perdonare un amico per il suo inconsapevole errore, quando la poesia era celata in un sorriso inaspettato, quando anche le emozioni vivevano in eterno e la notte si adagiava sulle strade con immensa dolcezza.
In quei sogni ero giovane e senza paura, assaporavo il cibo che mi offriva la vita senza chiedere come fosse stato cucinato, che ingredienti avesse.
Mi bastava sentirne l'aroma, la fragranza, addentavo le forme del presente senza lasciarne neanche una briciola, niente altro avrei chiesto se non vivere appieno quei momenti.
Eppure, le tigri più fameliche si appostano nelle notti di luna piena, quando la voce del cuore ti parla nella lingua che pochi intendono, con quella voce morbida e senza voluttà, con quella voce che fa trasalire nel sonno.
Sono loro che assalgono la speranza e trasformano il sogno in vergogna, tramutando la dolcezza del riposo in un incubo senza fine. Sono sola e senza note stasera eppure decido di lasciarmi andare e prendere il vagone dei sogni che mi rimangono, sono pochi ma, forse, basteranno per rendere meno pesante il percorso della vecchiaia. Cerco di prendere quello che ho vissuto nell'infanzia, provo a tenerla delicatamente per mano, mi fermo a guardare le stagioni, le perle che ho infilato lungo il cammino, le pietre che ho scostato, le curve, le direttrici, fino alla giovinezza nel suo pieno splendore, la guardo senza parlare, mi chino a sentire cosa ha da dirmi, poche e decise parole, mi spianano l'orizzonte. Mi dicono di lasciarmi prendere ancora una volta dal sogno, senza aver timore di sperare ancora, senza perdere il contatto con la follia, basta slegarsi un attimo dalla ragione e lui arriva. Ed io sarò sempre qui ad attenderlo. Saprò che è arrivato quando sentirò le sue mani evanescenti pizzicare le corde dei nervi, quando sentirò quel vociare confuso, eppure melodioso, della gente, in una domenica mattina ricca di sole e frescura.
Il sogno arriverà senza avvertire, lo so....arriverà senza definiti programmi, senza alzare polvere e tradimenti, quando sarà davanti alla mia porta, busserà senza troppo clamore, mi chiamerà per nome, mostrandomi quanta strada dovrò percorrere, quante lacrime dovrò versare, quanti sorrisi mi dedicheranno il loro splendido candore, quanti abbracci mi doneranno nuova linfa, quanti strattoni dovrò subire, e quanti volti vecchi e nuovi abbandoneranno ed entreranno nella mia vita. Ho solo una vita da vivere ma questa vive di sogni eterni per non morire
per non arrendersi alla realtà del giorno fatta solo di ore, minuti, secondi.  Ma ci sono sogni che non possono essere vissuti e ci sono momenti che non si possono prevedere,ci sono vite che non sappiamo di dover vivere ma le viviamo ugualmente.
Amico caro, forse ho solo sognato di vivere invece era un sogno....così diversa da questo inferno che sto vivendo, così diverso da quello che sembra. La vita deve aver ucciso il sogno. 
Lo ha totalmente depredato di speranza, lo ha ridotto ad un brandello senza forma, eppure...io continuo a sognare.....anche se ho paura di svegliarmi.