Troppo spesso, vuoi per leggi di mercato, vuoi per leggi di conoscenza, essa viene guardata in posizione frontale ed analizzata, attraversata, vivisezionata a partire da codici che non le appartengono. Sono codici-canoni attraverso cui essa deve-dovrebbe rientrare in spazi fissi che ne dicono estetica ed etica, nonostante lei.
E se si mutasse prospettiva? Guardare l’opera non da posizione frontale ma provare a sedersi accanto e lasciarla sussurrare all’orecchio quella voce fatta di incontro tra il sentire di chi guarda e il sentire che viene dall’opera stessa. Si genererebbe un diverso vedere fatto di incontri e di spazi…ACCANTO.
ACCANTO, una rubrica che prova a dare voce al sentire, fuori da ogni canone e dentro ogni spazio desiderante d’ascolto generativo poco nominato.
Incantamento per Sogni Profetici
Elizabeth Adela Stanhope Forbes (1859-1912)
In questo ACCANTO due forme di narrazione creativa scambiano i propri flussi visionari e lasciano che si incontrino parola e colore, forma e simbolo.
Molti gli aspetti, all’interno delle opere di Elizabeth Adela Forbes, capaci di richiamare prepotentemente a surrealtà psichiche. Elizabeth A.F. apre, all’interno della sua produzione pittorica, decise parentesi che fermano sguardi capaci di allontanarsi dalla realtà. E’ nel dentro di queste parentesi che l’universo pittorico si apre a intime visioni, a stilizzate irrealtà in cui prendono forma i dentro di suggestioni e di stati d’animo d’accesa femminilità. In queste parentesi, ancora, l’Autrice ferma il tempo della realtà e del presente ed attraversa con maestrìa un tempo altro, un tempo archetipico fatto di immobilità lunga e sovrapposizione di sedimentazioni di cui, quel gesto stesso, è frutto.
Il gesto del sonno, dell’abbandono, dello scrutare, del raccogliere, del mostrare, dell’attendere vengono elaborati in galleria di potente visione nel mondo pittorico di Elizabeth Adela.
The Leaf, The Enchanted wood, The Gipsy, Imogen’, alcune suoi lavori in pittura che esprimono la misura della dimensione della differenza nella sua poetica di rappresentazione del femminile
Sedimentazioni lunghe che hanno attraversato la storia dell’intero sentire femminile. Sedimentazioni lunghe di un sentire che mai ha occupato lo spazio della rappresentanza: spazio in cui l’uomo-artista ha figurato corpo tondo e risoluto di donna nel corso della storia dell’arte. Corpo fermato nella maturità di fattezze o in nucleo di scomposizioni. Questa Pittrice dipinge un corpo altro. Corpo capace di dire sì a sé e non all’altro, corpo non piegato, né piagato dal tradimento di sé e della propria radice di spiritualità.
Dall’ogni dove delle sue forme traspare la predilezione per ciò che è vitreo, filiforme, accennato nell’atto stesso del nascere: un legnetto, il secco di una foglia che muta stato, il pelo sottile di un animaletto, il chino di uno sguardo mai puntato verso l’orizzonte ma, sempre, attento alla radice. Ogni pennellata dondola tra cromie impolverate e umbratili luci.
La Sua pittura imbrattata in terra, muschi, vegetazioni, acque e pregne polluzioni spunta in spazi metafisici da cui pare di sentire emergere intere catene olfattive
…
…
Tutto, nelle opere di Elizabeth Adela Forbes riguardanti la rappresentazione del femminile, parla di delicato piacere del pieno, di capacità di trasformare proiezioni interiori in materia narrante. Il ciò che trasogna apre, rimanda e si specchia in linee poetiche, in affondi labirintici. Generazioni di donne che hanno attraversato la seconda metà del XIX sec si sono fatte carico di mostrare e additare la direzione che porta a quell’autentico segno creativo eretico dell’espressività femminile.
I testi poetici riportati sono presenti nella pubblicazione di Emanuela Sica, Memorie di una Janara Delta3Edizioni, 2024. Sono testi poetici che, per densità e pienezza di significati rimandano all’intero universo onirico ed immaginario dell’antropologia che ha caratterizzato la figura della Janara colei che, dal margine, ha avuto cura di un intero sapere legato alla natura, alla sua riproduzione, ai suoi cicli. La Janara, colei che è stata in grado di vivere il nodo archetipico delle connessioni con il cosmo perpetuandone respiro e potenza. Memorie di una Janara, attraverso la convivenza di diverse forma di scrittura (poetica, annedottica, fonti da ricerca storica, dialettale, prosa) racchiude un intero mondo legato alla genesi, all’evoluzione, alla rimozione dei saperi femminili legati al culto primigenio del Cosmo, della Terra, della Nascita.
Sono pagine che richiedono lettrici-lettori attente/i. Sguardi attenti a passare da un registro all’altro. Pagine che forzano potentemente verso l’uscita dal canone. Richiami potenti alla riscrittura ed alla visione di nuova, differente genesi.