venerdì 6 giugno 2025

AntropoLogos: Il paradosso dell'autenticità - Mino Mastromarino

Il concetto di autenticità, come coincidenza di parole e comportamenti con sé stessi, è uno dei più ambigui e ingannevoli. Trump ha mostrato al presidente sudafricano in visita diplomatica  alla Casa Bianca ( si fa per dire) l’immagine di operatori della Croce Rossa che trasportano sacchi di cadaveri: sarebbe la prova delle persecuzioni ai danni dei bianchi sudafricani. Peccato che la fotografia derivava da un filmato girato in Congo, non in Sudafrica. Trump ha utilizzato un dato falso, però ha detto quello che pensava.

Quindi, è stato autentico. La Corte costituzionale ha statuito che, in caso di procreazione medicalmente assistita, le due madri, la biologica e la intenzionale, integrano la duplice genitorialità. Una delle due madri -tuttavia- non è  autentica. Nel marketing turistico, si usano slogan come <sapori autentici, emozioni autentiche >, magari invocando il ritorno alle radici. Tuttavia, come si fa a riconoscere un ragù autentico, una gelosia autentica?
E poi chi può stabilire cosa sia autentico, quali siano le radici cui riconnettersi ?

Il predicato di autenticità presuppone una  corrispondenza statica tra realtà e verità ovvero – sul piano individuale -  tra il sé e la sua manifestazione esteriore. Invece, essendo  la vita collettiva e l’interiorità dei processi in costante evoluzione, è impossibile decretarne e verificarne l’autenticità, ossia la immutabilità. Il senso del < conosci te stesso > è proprio questo.   

Perciò, quando si adotta l’aggettivo < autentico> o, peggio, lo si abbina al tema dell’identità, si commette uno scempio semantico, sovente antesignano di azioni ed eventi abominevoli.