Mi sono sempre chiesta a cosa servano i consigli. Il più delle volte non li seguiamo o semplicemente li ignoriamo.
Spesso siamo consapevoli di incorrere nell’errore ancora prima di concepire l’azione eppure cadiamo ugualmente nel tranello dello sbaglio, salvo poi pentirci e rimuginare sul perché non abbiamo desistito. Una volta mi sono fermata ad ascoltare un vecchio che parlava da solo. Il suo cervello abitava dentro un corpo che non gli apparteneva, parlava come se fosse stato un bambino, anche se aveva quasi ottant’anni. Mi sono fermata a pensare come poteva essere stata la sua vita, cosa lo aveva portato a regredire in uno stato di fanciullezza. Un’ipotesi è balenata alla fine. Doveva essere uno dei tanti che aveva preteso troppo dagli altri e poco o quasi niente da se stesso. Essere convinti di aver sempre ragione è un acido corrosivo che, a mano a mano, distrugge la nostra vita e le relazioni consequenziali. Nessuno ha mai completamente ragione, il più delle volte è la percezione delle cose che gioca un ruolo fondamentale. Abbiamo la percezione di essere nel giusto perché ragioniamo dal nostro punto di vista, difficilmente ci compenetriamo nell’animo dell’altro. Costantemente alla ricerca della migliore soluzione per noi stessi, divergiamo o più tristemente passiamo la nostra vita a seguire strade che, spesso, ci portano in una parte del mondo che neanche immaginavamo esistesse. Nessuno sa cosa c’è alla fine della strada ma, allo stesso tempo, nessuno sa quale strada sarà la propria direttrice ideale. Vivere senza pretese e senza prendersi troppo sul serio è una verità quasi assoluta che nessuno comprende veramente se non alla fine dei propri giorni, quando il tempo che resta è solo tempo per sopravvivere. Simili alle formiche ci affanniamo alla ricerca di tutto quello che serve per superare gli inverni della nostra esistenza eppure, se potessimo mitigare la leggerezza della cicala, se fossimo una sintesi di entrambe, alla fine di ogni cosa, avremmo compreso appieno il significato della vita. Qualcuno diceva: goditi potere e bellezza della vita, li capirai sono quando saranno appassiti. Già. Siamo consapevoli di essere soli al mondo eppure viviamo costantemente in competizione con gli altri, ignari che il vero gioco si sviluppa con noi stessi. Dovremmo lasciare da parte l’invidia e concentrarci sulle nostre spinte, su quello che di buono noi riusciamo a creare, nella competizione giornaliera col destino. Guardare sempre al lato o sempre dietro modifica la percezione che abbiamo del mondo. Lo vediamo nemico quando in realtà è soltanto un luogo dove lasciare una traccia per chi verrà dopo di noi e non un terreno di conquista. La vita è una corsa, a volte siamo in testa, a volte ci affatichiamo nelle retrovie, ma quello che siamo non si definisce con un traguardo raggiunto, è qualcosa che prende forma solo nell’identità dell’uomo, non in quello che abbiamo costruito ma in quello che abbiamo condiviso. Si, prendiamo la felicità e facciamone tesoro, ci servirà spesso, come collante con la ragione per i momenti di sconforto. Preoccupiamoci poco del futuro, i veri problemi della vita ci prenderanno, comunque, di sorpresa. Saranno così improvvisi che non ci daranno tempo per pensare. Viviamo il presente con dedizione. Il tempo di oggi non ci verrà restituito domani. Ogni singola ora, ogni singolo respiro, ogni attimo di vita che fuoriesce dai pori, sono figli che escono dal tempio del nostro corpo e non torneranno più indietro. Per questo facciamo tesoro di ogni singolo istante, ognuno di questi sarà utile per farci ritrovare la strada del ritorno. Quando saremo vecchi guarderemo alle foto del nostro passato con occhi appassionati, sicuramente ci vedremo diversi da come ci vediamo ora. Gli occhi parleranno alla nostra più intima essenza, ci daranno la risposta, ci diranno se abbiamo vissuto veramente o semplicemente vegetato. Per questo accetta un consiglio o almeno accetta questo: vivi ora. Il passato rilegalo nei ricordi, il domani resta un mistero incomprensibile che si disvela solo nel momento in cui si realizza, il presente è l’unica certezza che ti rimane, anche se solo per un secondo.