Il dolore di una assenza inconsapevole, il senso profondo di solitudine e di mancanza d’amore che prova Alice, la protagonista di questo struggente libro, che scava nel lettore sentieri sconnessi che a poco a poco portano ad una verità assolutamente inaspettata.
Il rapporto con sua
madre Adelaide, assolutamente privo di slanci emotivi e di considerazione
nei suoi confronti delinea un percorso di sofferenza e la rinchiude in una
gabbia da cui non riesce ad uscire. L’arrivo improvviso in casa di Irene, una
donna molto avvenente e vestita in modo originale, essendo un’artista,
sorprende tutti e soprattutto la piccola Alice, a cui lei si rivolge,
chiedendole cosa voglia fare da grande e lei risponde che il suo sogno sarebbe
quello di fare l’attrice
Alice aveva
avvertito subito un forte legame con lei, le ispira stranamente molta fiducia:
avrebbe voluto qualcuno con cui confidarsi e l’aveva stranamente trovata in
Irene che, quando se ne va, le regala un braccialetto con l’immagine di una
farfalla che sua madre poi le toglierà, con estrema cattiveria, ma quel disegno
rimarrà per lei sempre importante e lo userà come copertina del suo quaderno di
appunti.
La notizia che
Irene le ha lasciato, prima di morire, un appartamento nel centro di Roma
rappresenta per lei una sorta di punto di non ritorno: quell’eredità
inaspettata le dà una forza e una determinazione che non ha mai avuto e decide
di non ritornare più a casa. Quell’appartamento enorme, pieno di oggetti d’arte
la fa immergere in un mondo sconosciuto, ma un mistero vi aleggia: una porta
chiusa, la cui chiave è stata affidata ad un notaio. Aprendo quella porta,
Alice viene attirata in una realtà assolutamente nuova e meravigliosa: scopre
innumerevoli quadri, dipinti in due stili diversi e il ritratto di un giovane,
opera di Irene, con la dedica: “A Tancredi, il mio dio dell’amore” assieme a
tanti foglietti sparsi, simili a messaggi cifrati, pagine di diario strappate.
Nascosta, Alice trova una lettera, indirizzata a lei, in cui Irene le racconta
il suo dolore e le sue emozioni: “ho chiuso il mio cuore morto in questa
stanza, dove c’è la mia vita, finchè sono stata viva”. Irene, assieme alla
casa, le aveva affidato il suo segreto più prezioso perché ne avesse cura e lo
conservasse. Attraverso le parole di Irene, si avverte l’amore profondo e la
passione che nutriva per Tancredi, che le era apparso come un miraggio, “una
gabbia di fuoco dove il nostro amore brucia ogni cosa”: egli dipingeva con il
cuore, si erano divisi lo spazio, ciascuno aveva il suo angolo, pieno di colori
e pennelli. Vi era un elemento importante che rappresentava questo loro
sentimento che li travolgeva: i ”cuori sovrapposti” che avevano dipinto per
simboleggiare il loro legame; quando uno di loro usciva portava il foglietto
con quell’immagine, piegato in quattro per non perdere il contatto tra loro.
Un giorno Tancredi
non era più tornato: Irene lo cerca dovunque, ma “ho smesso di cercarti quando
ho capito che non volevi essere trovato”, se ne era andato, abbandonandola ad
un tempo sospeso, avrebbe voluto spezzare quella vita in attesa. Irene l’aveva
cercato anche in Sicilia, nel suo paese d’origine, proprio il giorno in cui era
stata a casa di Alice, ma non aveva trovato nemmeno una traccia, aveva paura che
fosse tornato nel luogo che odiava di più e da cui era fuggito. Irene, dopo
quel viaggio aveva deciso di rinascere e aveva chiuso a chiave quella porta,
dove sarebbe rimasto nascosto il suo cuore e non avrebbe più preso in mano un
pennello.
In quella lettera
destinata a lei, “bambina dagli occhi grandi, vista per alcuni minuti in uno
dei momenti peggiori della mia esistenza”, creatura piena di sogni inespressi,
le suggerisce di credere fermamente in un ideale e che “qualsiasi cosa accada,
continua a risplendere e conserva il tuo cuore intatto”
Ad un certo punto,
sembra che il sogno di Alice si possa realizzare: ad un provino, recita
istintivamente un monologo, in cui effondeva tutta se stessa, la marea di
lacrime e la sua rabbia potente e irrefrenabile nei confronti di sua madre: “ho
imparato molto presto a nasconderti i miei sogni”, ma poi si rende conto di
avere altre priorità. Avrebbe realizzato il sogno nascosto di Irene,
organizzando una mostra con tutti i loro dipinti, che riflettevano l’alchimia
magica e indimenticabile che esisteva tra loro.
Alice scopre
un’ultima lettera, la più importante e definitiva, che Irene le aveva lasciato:
uno scritto, accartocciato in un cassetto, che lei aveva trovato mentre
piangeva la scomparsa di Tancredi, che custodiva un segreto. Accanto ad esso vi
era un messaggio di Irene, rivolto a lei che diceva: “chiediti sempre cosa ti
rende davvero felice”.
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