"Arrivederci, Strega!"
Un bacio rubato è un dono degli Dei, non si capisce mai chi è il ladro e chi subisce il furto, se è poi vero che un bacio si possa rubare. Se è vero, a me lo rubò un ragazzo dolcissimo che ogni tanto mi raccontava i fatti suoi e mi offriva la pizza. Da perfetti sconosciuti, ci eravamo scambiati un sorriso e uno sguardo, ascoltando un artista di strada che suonava il violino su Corso Mazzini e, forse, ci eravamo riconosciuti simili nell'irrequietezza. Diventammo amici, nient'altro. Ci vedevamo poco, ma ci raccontavamo tanto. Lui veniva in Calabria a lavorare, mi sembra di ricordare che aggiustasse antenne. Una volta venne a Fagnano e conobbe mia nonna, forse, lui non lo ricorda, ma lo ricordo io, che ne fui molto contenta. La sera in cui mi rubò un bacio era una sera qualunque, io indossavo un paio di pantaloni di velluto a coste, ero stata in biblioteca a studiare tutto il giorno, avevo un forte mal di testa e per questo prosaico motivo mi ero ritrovata sul letto della sua stanza d'albergo, lui aveva un moment da offrirmi. Ci ritrovammo vicini e ci scambiammo le nostre irrequietezze, lui si aggrappava con dolcezza ai miei capelli, li attorcigliava intorno alle dita e nel frattempo si raccontava. Alle parole si mescolò quel bacio. Ci spaventammo un po', non ce ne furono altri.
Ho imparato che ci sono incontri magici, casuali o non casuali non ha importanza, freschi e selvatici, come possono essere le rose.
Ho imparato che si può avere paura, che si può tremare per un notte intera, che la dolcezza non ha remore, che i capelli possono farsi ancora di salvezza e, infine, che sono una strega. Me lo disse lui, riaccompagnandomi a casa, mi guardò con aria confusa e mi salutò così: "Arrivederci, strega!"