Rosaria Bruno - Presidente Osservatorio violenza sulle donne della Regione Campania - così parla del libro "LA RAGAZZA DI VIZZINI"


Un libro che è una storia nella storia, apre scenari di conoscenza paesaggistici, culturali, professionali e sentimentali.
Una corolla che si apre ed ogni petalo contribuisce alla bellezza ...finale
E’ elegante nello stile, nella veste e nelle descrizioni, raffinato negli intarsi dei dialoghi fra l’io e l’altro, con a tratti passi che introducono e sfociano nella pura poesia. Un caleidoscopio di emozioni, che avvince il lettore, ma lo costringe ad interrogarsi, a riflettere a parteggiare, ad intromettersi così lo trasforma nel fantasma invisibile e sofferente perché vede tutto e non può interferire.                         
Intrigante nella conoscenza della doppia visione, maschile e femminile, in un gioco di pensieri e parole, emozioni e sensazioni, diversi ma non differenti, complementari e non contrapposti, che rappresentano il genere maschile e femminile nella loro espressione più naturale, cercarsi con cautela, per incontrarsi e conoscersi sempre sostenuti dal rispetto dell’altro attenti a non invadere, per timore di allontanare l’altro.     
La Sicilia è la terra dove tutto si svolge, la Sicilia separata dal Continente, in preda ad un potere che abitua alla sopraffazione, dove la coercizione seduce e protegge ma esige silenzio ed obbedienza, ambigua e guardinga, la Sicilia dei luoghi comuni, della passione e gelosia, dell’onore e disonore, della parlata stringata ed essenziale, dove essere donna è difficile ed essere donna libera è quasi impossibile, la Sicilia sfregiata e disonorata dalle immagini e dai luoghi comuni, la Sicilia del potere maschile, la Sicilia dei vinti di Verga.
La Sicilia dove le donne sono femmine e sfidano la morte per amore, libere nell’animo vincono e perdono ma sempre con onore. La Sicilia dove le donne sopraffatte sono capaci di esercitare l’unica libertà possibile, segregarsi e immolarsi ad una morte lenta e giornaliera o scuotersi ed ingaggiare battaglie impossibili nel tentativo di arruolare amazzone ferite. La Sicilia di Alcamo, dove è nata Franca Viola, la ragazza che con un no,  ha cambiato la storia e le leggi.
La Sicilia dei profumi, dei colori e dei sapori che ti struggono con un’inguaribile malinconia, la Sicilia del ritorno a casa, degli affetti intensi che sono balsamo lenitivo di qualsiasi ferita.
L’amore, sognato vissuto sperato violato quello vero e quello “tossico”, del “ti amo da morire”,  dove tutto è deciso senza mai chiedere a lei, dove violare il corpo è una pratica di possesso,  e la violenza è giustificata dal “troppo amore” come se l’amare  troppo fosse una forza incolmabile e straripante impossibile da contenere, un’energia meccanica che richiede attrito per dissiparsi, per riaffiorare indebolita e gestibile sotto vesti innocue e persuasive, in un’altalena ciclica che è disorientante, destabilizzante perché tutto quello che accade nell’alchimia del rapporto è colpa tua perché hai un corpo con una fuoco sensuale che accende e provoca, che deve essere spento alzando ogni volta l’asticella della violenza.  
Tentare di rianimare bocca a bocca un cobra pronto a mordermi, ad avvelenarmi, è stata la mia unica colpa. Crocerossina di un sentimento, il suo, inesistente. Dipendente, come una droga, da una passione che veniva vissuta senza complicità, e senza unicità, meritavo quelle botte? Meritavo di morire per quell’amore? Ho pensato anche a questo, ho pensato giustamente ancora una volta a dare la colpa a me di quello che era appena successo ... se non avessi fatto o non avessi detto.....     
Avrei dovuto riprendere la mia dignità, le forze che mi erano rimaste, darle in pasto all’orgoglio ferito, fuggire dal cimitero dell’anima, capire che l’amore non ti scarnifica nella dignità, non ti impaurisce, non ti pianta spille nel petto, non ti canzona se piangi..., ma è quello che ti unisce senza pretendere di cambiarti, che ti fonde senza annullarti, invece si resta preda di una gelosia, sempre in allarme, senza possibilità di uscita, in silenzio perché il silenzio è un mezzo di protezione, perché eroicamente ci si immola per proteggere gli altri, e si sceglie di essere sole ma quando si è sole si è vulnerabili, si affida la propria vita a chi la disprezza e la possiede, a chi in ogni attimo può recidere il filo, dandoti la colpa perché in fondo hai scelto tu, perché in fondo sei tu che l’hai permesso trascinata dall’illusione di un amore unico ed incontenibile, slegarsi è difficile ma non è impossibile, una rinascita richiede volontà e coraggio, per ricominciare, per ricredere, per fidarsi, come Camila, che saputo trovare la forza di riprendersi la propria libertà, che ha saputo essere determinata ed ha annientato la facciata per bene di un uomo che celava la bestialità con una vita sociale di finzione mentre svelava la sua natura al riparo dagli occhi degli altri, perché i violenti sono abili mistificatori, manipolatori crudeli, titolari del privilegio di possedere gli altri, per cui negano e minimizzano la violenza, sono vincenti e forti, sanno ammaliare ed affascinare, voraci della libertà altrui. Difficile ammettere per chi cade nella trappola della seduzione del violento, viatico della schiavitù di essersi sbagliata, ci si ostina a ritrovare una sembianza che da qualche parte pur deve essersi celata, con la colpa di averla squarciata, si persiste per espiare, perché intanto si è sole, perché per risalire dallo strapiombo ci vuole forza e si è fiaccate e si resta sospese nel timore e nel desiderio di essere scaraventate definitivamente, così tutto finisce. Risalire per rinascere, è possibile ci vuole una mano tesa che ti tiri su, ma è necessario che tu l’afferri, perché la vita è un dono prezioso che viene fatto ad ognuno di noi, uno per uno, unica e irripetibile, è un disegno da colorare ma i colori li devi scegliere tu.
La vita è fatta di tempo, ed il tempo sprecato la vìola, il tempo rubato la marchia, la vita si nutre di libertà, “Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta”.                                         
   Allora ecco questo libro diventa un’opportunità di vedersi allo specchio, un messaggio di speranza, insegna che volere è potere, che la scelta è la chiave di volta della propria vita, e nessuna scelta è per sempre, perché la vita ha un disegno meraviglioso che non si palesa se non alla fine, perché 
“la vita è tutto ciò che ti accade mentre fai altri progetti”. 

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