A cura di Ilde Rampino
Il
sentimento profondo che li univa, nonostante i contrasti, stemperati sempre dal suo meraviglioso
sorriso, “ti avrei portato con me tenendoti per mano per non perderti”, un
amore che non finisce mai, il loro mondo vissuto giorno per giorno e
scandito dall’alfabeto della felicità.
Egli aveva reso la sua vita migliore e anche ora che erano sballottati da una
tempesta di emozioni, egli voleva esserci solo per lui, anche se era lontano
mille miglia, perso nel suo “bosco delle meraviglie”, in una realtà fatta di
pensieri senza memoria: loro due erano una cosa sola.
Il
protagonista riflette sull’inutilità del vivere senza la forza del suo amore,
perché con lui rinasceva ogni giorno: significativa la frase "Nel mio cuore c’è
solo un prima di te e uno durante te, è senza di te che non riesco nemmeno ad
immaginarmi”: avvertiva la necessità di preservarne la memoria, cercando
qualche scintilla di luce nel buio nel quale era immerso e ripensando
continuamente al giorno in cui “si era perso”. Lo teneva tra le braccia con
tutta la forza e la tenerezza di cui era capace, perché non voleva perdersi
nessun istante della loro esistenza insieme.
La vita di
prima non aveva più senso: spegnere il cellulare e gettarlo tra i rovi rappresentava
la sua decisione che era venuto il momento di dedicargli completamente me
stesso e prendersi cura di lui. Avrebbe voluto vivere ogni istante come se
fosse l’ultimo, pensando che, nonostante tutto, avrebbero potuto essere ancora
felici e in quel momento così difficile aveva compreso cosa voleva dire voler
veramente a qualcuno.
Un libro
toccante e denso di emozioni che scaturiscono libere e profonde: un messaggio
di vita e di libertà.