Emanuela Sica, avvocato, scrittrice, poetessa, dedita alla difesa dei diritti delle donne, anche in questa sua ultima opera dimostra grande sensibilità, umanità, cura ed impegno sociale.
Il suo “Memorie di una Janara” - pubblicato a Dicembre 2024 da Delta3 Edizioni - è un viaggio affascinante che parte dalla scoperta di un vecchio e misterioso manoscritto e si addentra, andando a ritroso nel tempo, con l’utilizzo di un linguaggio evocativo, nella sacralità e nel mistero dell’animo femminile, tra memoria, mito e denuncia sociale.
Il libro, che fonde elementi di narrativa, poesia e racconti in vernacolo, tra cruda realtà e leggenda, è un atto di resistenza poetica e civile: un omaggio alle donne che, nei secoli, hanno incarnato la libertà e per questo sono state perseguitate.
La figura della Janara — strega campana, custode di saperi antichi e di un legame profondo con la natura — diventa il simbolo universale della donna indipendente, capace di pensare e agire fuori da schemi imposti. Emanuela restituisce dignità e voce a quelle donne che la storia ha voluto cancellare, ma che continuano a vivere nella memoria collettiva e nella poesia.
Il romanzo si muove tra realtà e leggenda, tra la concretezza della violenza patriarcale e la magia di un linguaggio lirico che trasforma il dolore in canto. Le poesie inserite nel testo sono come incantesimi: evocano la forza della terra, la ciclicità della vita, la resistenza silenziosa delle donne.
“Eclissi e fumi di ginepro
risvegliarono echi di risacche
croste di salsedine e coralli
seni turgidi e caprifogli
nel ventre del mio abisso
i carnali misteri che offristi all’altare
annegarono al tramonto
assioma di lapislazzuli e cremisi
Case disabitate i nostri baci
perimetri di rivoluzioni e stasi
Ora s’annoda stretta
la ragione ai pensieri
rinnega il calice del miraggio
lacera speranze tra pelle e destino
Da luce a ombra il ripiego dell’errore
divenne turbine che taglia la quiete
prese il mio amore per farne pianto
e nugolo di calabroni
cielo storto di un oracolo muto
Le parole che non pronunciai
sparse hanno senso del suono
nel sepolcro di quest’assenza
…non tarderà la tramontana
a ubriacarmi”
Il forte potere emotivo che la donna riesce ad avere sul genere maschile, da sempre spaventa, disorienta, e per questo è stata ed è oggetto di persecuzione, di sopraffazione, non dimentichiamoci delle donne mandate al rogo nel medioevo perché ritenute streghe, figlie del diavolo. Non è facile capire che la potenza seduttiva spesso nasconde fragilità, la capacità di donarsi incondizionatamente e senza secondi fini, solo per amore.
Memorie di una Janara è, in fondo, una riflessione sulla paura del diverso e sulla necessità di riconciliarsi con ciò che è stato demonizzato: il femminile, l’intuizione, la libertà. Una lettura che invita a guardare oltre le ombre della storia per ritrovare la luce di una nuova consapevolezza in cui alla donna viene restituita la preziosità del suo ruolo e il suo affascinante rapporto con la magia e dunque con l'essenza della vita, due aspetti che da sempre si ripetono nei secoli e che niente e nessuno potrà mai cancellare.

