Rosa Bianco parla de "Il diario segreto di Giulietta"

 

“Se non ricordi che Amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.” (Shakespeare)

In occasione della Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall'Unesco per il 21 Marzo, desidero porgere il mio omaggio alla poetessa irpina, Emanuela Sica, con la mia recensione del suo libro "Il diario intimo di Giulietta" - Ed. Controluna.

"Il Diario segreto di Giulietta" è un cantico emozionale, dove ella si dona a noi lettori attraverso i suoi versi, con un tratto di rara abilità semantica, in veri e propri slanci del cuore, affrontando in maniera esclusiva e totalizzante il più usurato dei temi: l'amore!

E' l'amore infelice di Romeo e Giuletta, cantato da William Shakespeare, nella sua celeberrima tragedia, composta tra il 1594 e il 1596, che Benedetto Croce non esitò a definire «tragedia d'una commedia» per la vicenda amorosa dei due protagonisti, divenuta l'archetipo dell'amore perfetto, ma avversato dalle dure leggi morali della società di allora, che condannava apertamente l'unione tra i due innamorati, colpevoli di avere ascoltato i loro istinti, voltando le spalle ai sentimenti delle loro famiglie e all'ordine sociale. I nomi delle due famiglie in lotta, Montecchi e Capuleti, erano già noti nel Trecento, inseriti anche da Dante nella sua Commedia (Purgatorio, VI, 106-108): 

«Vieni a veder Montecchi e Cappelletti,

Monaldi e Filippeschi, uom sanza cura:

color già tristi, e questi con sospetti!»

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Il sentimento d'amore di Romeo e Giulietta, osteggiato dalle famiglie, è cosi ben rappresentato da Emanuela Sica, da condurre Giulietta nel suo "Diario" a esprimere il suo sentimento in vere e proprie deflagrazioni dell'anima, con squarci di lirismo poetico sublime, trasportando il lettore in una dimensione quasi onirica, dove godere tutta l'intensità del verso e assaporare quell’amore fatto di essenza e di calore, d’intesa e di passione. 

Le figure retoriche, sapientemente usate, avvalorano il poetare dell'autrice, rendendo l’immaginazione tangibile e chiara alla riflessione del lettore. Ella sa trasportarci emotivamente nel suo sentire, fino a farci udire il palpito del cuore, il trasporto emotivo di un sentimento cosi puro, che travolge il razionale, cogliendo perfettamente quello che la poesia deve dare: ritmo, metrica, incanto e messaggio emozionale.     

Attraverso i suoi versi Emanuela Sica ci fa vivere l'epica dell'anima, che soggiace a quel sentimento di cui nessuno di noi  può fare a meno, un sentimento irrazionale, illogico, folle: l’amore! 

Emanuela è una poetessa che sa rendere in un caleidoscopio di immagini i propri pensieri, le proprie emozioni più intime e profonde, regalando al viandante, che si imbatte nella lettura dei suoi versi la bellezza dell’amore, da sognare, da vivere, da regalare.

Perchè l'amore, è un regalo, ogni volta che sboccia nei cuori puri!


Giuseppina Manganelli parla de "Il diario segreto di Giulietta"

Il mio intervento è volto a fornire una disamina sulla modalità in cui la scrittrice Emanuela Sica ha illustrato il concetto di amore nel suo poemetto "Il diario segreto di Giulietta" e farò riferimento alla traduzione eseguita dalla dott.ssa Antonella Anzalone.

Ho scelto di analizzare il tema dell’amore perché lo scopo della scrittrice è quello di invitarci ad amare l’amore, a creare un mondo d’amore e tenere vivo questo sentimento edificante e vivificante.

La storia di Romeo e Giulietta è solo un pretesto per parlare dell’amore nel senso più  ampio del termine. Come sentimento universale, di tutti i luoghi e tempi, come sentimento totalizzante, che coinvolge la mente, il corpo e l’anima dell’uomo. 

L’amore nel senso più ampie del termine può essere ritrovato in ogni campo della nostra quotidianità: possiamo provare amore per la vita, noi stessi, il lavoro, l’arte, un’ideologia, la nostra terra 

Come è stato messo in evidenza nella Prefazione da Antonietta Carrabs, solo amando si comprendere “la bellezza della ricerca dell’altro e del donarsi all’altro, e nel fare ciò si scopre se stessi. Trasferendo questo concetto all’opera, Giulietta, nel tentativo di realizzare la relazione amorosa con Romeo, comprende di essere una donna coraggiosa e tenace e che nutre una forte autodeterminazione.

Più volte nel poemetto l’oggetto di attenzione della scrittrice è la potenza dell’amore, la forza di questo vigoroso sentimento. Giulietta arriva ad affermare che nemmeno la morte può dividere chi si ama. “ Death does not bury who you love”. 

L’uomo, però, nel porre in essere l’amore, deve fare fronte a ciò che nella Postfazione il critico letterario Giuseppe Cerbino ha definito mondo, una realtà composta da ostacoli, barriere, negazioni, inconvenienti, intralci e limitazioni, che impedisce all’uomo di realizzare l’amore. Il mondo che impedisce a Romeo e Giulietta di amarsi è rappresentato non soltanto dall’odio tra le famiglie dei due giovani, ma anche dal destino. In un punto del poemetto il destino è rappresentato dall’alba cattiva che distrugge la speranza di mutare l’immutabile. Mutare l’immutabile è un’ esempio di ossimoro che la traduttrice ha abilmente conseravato.  "The evil dawn throngs in the dream to destroy the hope of changing the unchangeable”. 

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La scrittrice ha dimostrato ancora una volta di essere maestra nell’uso delle figure retoriche, quelle espressioni che danno plasticità al discorso e che aiutano il lettore a vedere le cose attraverso le parole. Vorrei illustrarvi tre esempi di metafora che rappresentano il concetto di amore e che aiutano a creare immagini di forte carica espressiva. 

La prima metafora è la melodia musicale: la melodia  fa vibrare il cuore come l’amore, producendo nell’uomo un potente effetto benefico. Afferma Giulietta: “I will never know the chords of that melody called love” 

La seconda metafora è il sale, il sale alla scialba tavola della vita: "salt at the dull table of life in the daily darkness”. Il sale è un elemento essenziale nella cucina, è ciò che fa venire fuori il sapore del cibo; così, l’amore è inteso come un elemento senza il quale l’uomo non può vivere, un sentimento che conduce al bene, alla bellezza e alla verità.

La terza metafora è quella del fiore che sboccia o che appassisce. Il fiore appassisce quando è colpito dal devastante destino o qualsiasi altro elemento negativo del mondo. Mi ha particolarmente colpita l’immagine dell’erba putrida, il destino, che affoga il fiore ancora prima di sbocciare.  Ecco il verso in cui è rappresentata questa idea: “Rotten grass drowned the flower before blooming”. 

Da un’attenta lettura del poemetto, si deduce che Giulietta concepisce l’amore da una parte come passione e desiderio dall’altro come sentimento puro, limpido e sincero perché libero da condizionamenti o interessi: è pudica attrazione. La relazione amorosa tra Romeo e Giulietta non si basa su niente altro che l’amore; un’eventuale matrimonio tra Giulietta e Paride si sarebbe basato sull’interesse tra le famiglie dei due. La giovane donna ama l’amore e desidera trovare purezza in alto cuore pulsante come il suo senza badare a casati o denaro. Ecco i versi in cui Giulietta esprime il concetto di pudica attrazione: "I love love. Pledge of purity  I wish to find in another beating heart like mine. I embroide my dreams of romanic passion without otherwise aiming at houses or money”.

Le funzioni dell’amore vengono espresse in vari punti nel poemetto. Ve ne rappresento un paio. L’amore serve da barriera per arginare l’odio del mondo, in questo caso la rivalità tra le famiglie dei due giovani. Giulietta esprime questo concetto nei seguenti versi: "We decided to stem the pain taking our souls, binding them to passion, to make barriers to the hatred of the world”. 

Un’alta funzione dell’amore viene rappresentata negli ultimi versi dell’epilogo: l’amore, quando sconfigge il male, ha una funzione salvifica e di liberazione. I due giovani, alla fine del loro travaglio, si riappropriano di quella libertà che a loro era stata tolta a causa della rivalità tra le loro famiglie: “The freedom that was taken from us we took back….  Because no one should ever have to die to love”.



Ilde Rampino parla de "Il diario segreto di Giulietta"

E’ un rifugiarsi nella mente e nel cuore di Giulietta, scandagliandone tutti gli anfratti e svelando, attraverso le sue parole, un sentimento che nasce nella profondità della sua anima. L’autrice riesce a penetrare questo sentimento attraverso l’ immedesimazione e una serena dolcezza, che Giulietta esprime in versi densi di pathos. Struggente è la metafora della Rosa bianca che si faceva strada, solitaria, in mezzo alle difficoltà del mondo, mentre un senso di mistero e magia scaturisce nel momento in cui incontra Romeo per la prima volta. La sua anima è pervasa da un fremito ed è consapevole della caducità della propria vita e dell’importanza del destino, mentre pone a se stessa la domanda: ”Devo per forza sottostare o avrò altra scelta?”. 
Il suo desiderio di vivere la propria vita e, talvolta, la rassegnazione ad una vita imposta e alla rinuncia che sarà costretta a fare “Non conoscerò gli accordi di quella melodia chiamata amore” fa sì che il sentimento dia alle parole profondità ed evocazione.  


Elemento vitale, profondamente evocativo è la fiammella, che unisce le anime legate dalla passione: ”restavamo nell’oasi del respiro a rispondere al silenzio”. Il turbinio dei sentimenti è simile ad un labirinto di ansiti, incertezze e paure e Romeo diventa “padrone e schiavo” della sua vita, come lo definisce. La sua richiesta di fuggire insieme, la tentazione di rinunciare alla propria vita sono tutte tracce di un percorso che conduce ad assumere un finto veleno. Molto bella è l’espressione di un grido sommesso che l’autrice fa scaturire dal cuore palpitante e pieno di dolore di Giulietta: ”udivo ogni cosa ma il mio corpo era assente”. Attraverso il silenzio, riesce a sentire la voce di Romeo, ma prova disperazione e acuto è il desiderio di parlargli.


Vorrebbe rivelargli tutto, confessargli il suo segreto, anche se non è certa che egli conosca la verità. ”Io sono io, non questo simulacro” è un grido d’amore che va al di là di ogni realtà contingente. 
La comprensione e la vicinanza della sua famiglia li porterà ad una fine diversa, tragica, per proteggerli dalle ingiurie, per girare la ruota del destino, in modo che potessero essere liberi di amarsi, ”padroni di altro sole”, riprendere la propria vita e trasmetterla agli altri.

 

Gilda Rizzi parla de "Il diario segreto di Giulietta"

Cos'è l’amore’? 

Leggendoti ho immaginato di essere Giulietta, chi di noi almeno una volta non si è sentita lei, ho provato  ad immedesimarmi ,  in un  crescendo di emozioni ,per  vivere in maniera così intensa la passione che  permea dall’inizio alla fine i tuoi  versi,  Emanuela!

Sei riuscita a  trasportarmi  in un mondo animato da boccioli  ai quali affidi di svelare  i moti del cuore,  l’anelito alla vita, all’amore con la semplicità propria  delle cose che sono davanti ai nostri occhi ma  che solo  l’amore  ci fa vedere, e la tua penna  riesce  a trasformare in versi le emozioni ,tingendole di  rosso, un rosso purpureo come il sangue, nutrimento della  passione . 

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La forza del tuo sentire è diventata  la mia e ho viaggiato  in una nuova dimensione, dove l’astratto diventa  tangibile. Chi di noi non ama l’idea stessa dell’amore, l’amore immaginato, quello che ti chiama e ti apre la porta del cuore anche forzando la serratura, che non sta  lì a chiedersi i per come e i per cosa, la luce che sconfigge le tenebre, il motore della vita,  quello con la a maiuscola, che  affronta e supera  tutto, con la forza insita nel suo stesso essere. Quell’amore che annienta la ragione  e ti conduce verso l’amato  senza paura a costo di affrontare tutto e tutti.  Amore per Giulietta è Romeo, non Paride, non altri, perché?



Pag.21 versi: “Dicono che il cuore lo veda prima di tutti, prima che la mente lo riconosca, basta soltanto una carezza degli occhi anche brevemente posati sul volto di chi ami e che sai amerai per sempre…” L’amore ha la forza di un uragano  ma la leggerezza di una libellula, nasce spontaneo  tessendo  la tela  fino a quando ,ormai preda, non puoi e non vuoi  liberartene, meravigliandoti che il tuo cuore batta all’unisono con quello dell’amato  e allora  si , ti abbandoni  a lui ,senza remore ma con fiducia  perché sai che non ti tradirà mai!

L’amore, il sale della vita, il desiderio di unione dei corpi, il coraggio di cogliere il frutto e generare una nuova vita! L’unico desiderio è di essere uniti, legando le anime alla passione per farne barriera contro l’odio del mondo. Eterna, la dicotomia tra bene e male fa si che l’odio si tramuti in amore. 

Pag.45 “Che ci concesse di viver felici, dimenticando il nome e il casato, rinascendo uomo e donna liberi d’amarsi”

Vivere per amare anche se amare   vuol dire morire, "inabissarmi nell’oscura  valle, dormire per non sentire l’eco mendicante del cuore”.   

La morte non è niente, l’amore sopravvive ad essa, consegnandoci all'eternità.

L’amore vince su tutto, e come la fenice risorge dalla  sue stesse ceneri, ognuno di noi ha la forza di rialzarsi e rinascere ma solo grazie all’amore. Il  fil rouge, il leitmotiv, di tutto il poema di Emanuela! Ciò che cambia l’immutabile, siamo noi, il destino non è la nostra vita, possiamo decidere ma la scelta comporta coraggio!                                                                                                  


Maria Giovanna Prudente parla de: "Il diario segreto di Giulietta"

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Maria Giovanna Prudente


















La tormentata storia di Giulietta e Romeo, così come noi la conosciamo, si colloca  a Verona nel 1303, quando la città era governata da una famiglia di ricchi mercanti, la Signoria degli Scaligeri . Quello proposto dall’Avv. e scrittrice Emanuela Sica si pone quale intensa rivisitazione che consente di dedicare il nostro interesse a diversi temi. Primo fra tutti, la cristianità di Giulietta ed il suo triste fato: quello di essere venduta come schiava. Infatti, la nave che la trasportava si sarebbe arenata a Nonza, precisamente a Capo Corso, ed è lì che, contrariamente alla fede, sarebbe stata prima torturata, poi crocifissa.

La mia riflessione si poggia su due ordini di considerazioni che, il più delle volte, soprattutto sotto un profilo storico, oltre che socioculturale, tendono spesso ad incrociarsi ed anche a sovrapporsi: la donna nel panorama  religioso e giuridico letterario, fino a giungere al suo, sempre più complesso, ruolo nella società, nella vita, nel mondo. Tematiche queste, da sempre dibattute e sulle quali ancora oggi si discute in molteplici caratterizzazioni: quella letteraria, come in questo caso, quella teologica, antropologica sociale, politica, giuridica.

Negli ultimi decenni, infatti, le discipline storico-religiose e teologiche hanno notevolmente approfondito la conoscenza del ruolo della donna nelle diverse religioni. Un ruolo, occorre sottolinearlo, strettamente legato alle differenze peculiari che distinguono i generi e che rimandano innanzitutto al tema della corporeità terrena nella sua relazione con il divino. È sufficiente ripensare, per esempio, alle diverse culture matriarcali dell’antichità per cogliere quale dato di maggior rilievo la sacralizzazione della fertilità e del potere femminile come differenza specifica rispetto alle forme maschili del potere ordinativo.

In tal senso, nei versi di Emanuela Sica si respira l’intensità di questa antica storia, soprattutto attraverso le significative parole di Giuli(ett)a. Giulietta che è insieme amore, fede, speranza, coraggio, ribellione. Ma non è la sola, nella storia tanto quanto nella letteratura. Sicuramente, essa incarna - e rappresenta - la donna ribelle per antonomasia, non solo tra le opere di Shakespeare, ma nella letteratura in generale. Infatti, è la donna ribelle che svolge un ruolo attivo nella storia rifiutando le convenzioni cortesi che assoggettavano la donna alle volontà della famiglia. Personaggio chiave, complesso ed emblematico che, non a caso, ha ispirato - ed ispira - la penna di molti scrittori, e non solo. Notevoli i riscontri ed i parallelismi con la letteratura, da quella greca a quella più contemporanea del ‘900. In particolare, in Giulietta riscontro molti degli aspetti di un’altra donna, la cui ribellione emerge inequivocabilmente dalle sue parole e dai suoi gesti. E’ Desdemona, altra eroina shakespeariana che incarna rappresenta una donna del diciassettesimo secolo che supera le norme di moralità  fissate per una donna veneziana di quel tempo.

Infatti, quando Desdemona lascia la casa di suo padre Brabanzio per sposare Otello (il moro di Venezia), compie il primo passo per la ridefinizione del suo ruolo come donna all’interno della società. Desdemona, invece di chiedere a suo padre il permesso per sposare Otello, decide per conto suo. Sembra come se stesse rompendo con la rigidità impostale dal padre.

Negando a suo padre ogni diritto nella scelta o concessione per quanto riguarda il matrimonio con il moro, sceglie l'uomo che vuole sposare: e non avverte la necessità circa l'intervento del padre nella loro relazione. Questo atto di profonda indipendenza della donna strappa via le barriere tra i sessi della società patriarcale veneziana e costituisce una minaccia per l'autorità maschile.

L'altro aspetto dell'ammutinamento di Desdemona è nell'incrocio di ‘’ razze’’ che avviene nel suo matrimonio con Otello. La scelta del proprio compagno effettuata da Desdemona, quindi, è deviante rispetto al ruolo in cui la società veneziana vorrebbe collocarla. Tale ruolo emerge chiaramente quando Jago parla con Brabanzio instillando, nella mente di quest'ultimo, idee riguardo ad un comportamento impuro da parte di sua figlia e della perdita dell'autorità paterna.

Pertanto, i mutamenti della condizione di vita femminile, la conquista della parità formale con gli uomini, non hanno ancora cancellato la plurimillenaria forma mentis discriminatoria, per cui comprenderne le ragioni di fondo può far sì che la trama delle disuguaglianze possa, nel tempo, sciogliere i propri nodi.

Come lei, Giulietta e le - tante -  le figure femminili presenti nell’ampio panorama letterario che testimoniano la complessità di vivere e farsi strada in un mondo maschile, stereotipato, ancorato a vincoli, tradizioni e vessazioni  in cui emerge in contrasto il modo prepotente e preponderante il coraggio femminile di dover lottare contro bigotte convenzioni. Nel poemetto di Emanuela emerge l’eterna coesistenza tra amore e destino. Troviamo, da un lato, una Giulietta che è una donna - non una fanciulla come la descriveva Shakespeare -: è pronta per amare in quanto perfettamente  perfettamente consapevole dei suoi sentimenti, mentre dall’altro,  un fato avverso, malvagio, violento, incurante di un sentimento puro e nobile quale l’amore.  E’ così che interpreto ‘’Il diario segreto di Giulietta’’: una donna che parla al suo cuore in segreto, quasi sussurrando i suoi sentimenti, quasi col timore che qualcuno l’ascolti e che carpisca i segreti più remoti e e delicati e profondi che suggella nel suo cuore. Un cuore che vuole essere libero di amare, di svelare la sua natura di donna, senza paura delle aspettative, delle convenzioni, delle limitazioni che la famiglia e la società le impongono. Senza di esse, infatti, sarebbe stata libera di sposare il suo Romeo, sarebbe stata libera di vivere appieno la sua vita, sarebbe stata libera di decidere.

 ’Io amo l’amore./Pegno di purezza desidero trovare/in altro cuore pulsante come il mio./Di romantica passione ricamo i miei sogni/senza altro mirare/né casati né denari’’ -  E’ Giulietta a parlare e lo fa in prima persona, non in terza come riportava Shakespeare nei versi originali dell’opera.

Giulietta parla al suo cuore attraverso i versi di Emanuela. Ogni singola parola, per me,  rappresenta un nucleo tematico, una metafora della vita e dell’esistenza umana; ogni singola parola assume un significato allegorico, quasi didascalico. Ogni parola cesella il casto significato del verbo ‘’amare’’ in tutte le sue declinazioni. Il cuore di Giulietta è un prisma attraverso il quale vengono in luce  molte sfaccettature: primo fra tutti, il dovere verso la sua famiglia e verso quelle convenzioni sociali che contrastano con il suo spirito, con il suo voler essere semplicemente una donna libera di scegliere chi amare  e cosa fare della propria vita. Sono pensieri pericolosi, ribelli. Guai a pronunciarli ad alta voce, tanto da indurre la giovane a tenerli per sé e a confidarli al suo ‘’diario segreto’’, al suo cuore. Le parole di Giulietta, sono accese, vibranti, celebrano la vita e l’amore nonostante il fato. Essa incarna la spiritualità, un amore che, essendo vita, vince la morte.

- Ma se provassimo ad immaginare Giulietta oggi? Come e quanto si è evoluto il ruolo della donna oggi? Tutti i suoi sforzi per l’emancipazione sono effettivamente valsi a qualcosa? La legge italiana tutela completamente la donna, sotto il profilo formale e sostanziale? Quali le prospettive future?

Il presupposto su cui si basa l’Articolo 37 della Costituzione è che le donne e i minori siano categorie più deboli e quindi debbano essere particolarmente protette. In particolare, al comma 1, l’Articolo 1 sancisce la parità tra lavoratori e lavoratrici: “La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.”

Di conseguenza, con la legge n. 903/1977 sono state introdotte: 1) La parità di retribuzione, quando le prestazioni siano di pari quantità e qualità; 2) La parità di progressione nella carriera; 3) La parità di diritti in merito all’assunzione degli oneri famigliari, mentre con il decreto legislativo n. 5/2010, si vieta “qualsiasi discriminazione per quanto riguarda l’accesso al lavoro, in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione, nonché la promozione, indipendentemente alle modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale”.

Ai commi 2 e 3,  l’Articolo 37 della Costituzione si occupa invece del lavoro minorile: “La legge stabilisce il limite minimo di età per il lavoro salariato” e prosegue affermando che “La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di retribuzione”.

L’excursus giuridico, naturalmente, è ben più articolato e complesso di quello sopra riportato. Tuttavia, per sintetizzare, è possibile constatare che gli obiettivi conquistati dalle donne sono stati grandi, ma il percorso verso la parità è ancora lungo, specialmente in ambito professionale.

- Come promuovere, dunque,  il cambiamento per l’emancipazione?

Sul punto, servirebbe un duplice sostegno a favore della parità, principalmente nell’ambito del lavoro, della famiglia e della violenza di genere: da una parte sono necessarie riforme e regolamentazioni strutturali; dall’altra è importante promuovere un cambio di mentalità.

Il concetto di parità andrebbe impartito nei luoghi dell’educazione fin dalla prima infanzia, trasmettendo quell’arricchimento che deriva dalle diversità di ognuno, presupposto questo da rispettare e da valorizzare.

Per consentire alle donne di sviluppare la propria carriera professionale al pari degli uomini, inoltre,  servono maggiori servizi dedicati ai bambini e alle famiglie a prezzi accessibili, oltre che un contributo maggiore da parte dei padri, che dovrebbero poter usufruire di un congedo parentale simile a quello della madre. Per quanto riguarda le violenze, dovrebbero essere condannate in qualsiasi caso con pene più aspre.

Molte le tutele che la nostra legge, da sempre in evoluzione sino ad oggi, riconosce ed attribuisce alle donne attraverso una tutela dinamica, concreta, piena ed effettiva alla donna, anche se la strada da percorrersi è ancora lunga e quasi sempre in salita, come dimostra il quotidiano ed aspro tema del perpetrarsi delle violenze nei confronti delle donne.

E qui, a distanza di secoli, il tema di Giulietta torna imponente, quasi come un ricorso storica, e si fa strada con una domanda che, sul punto definirei quasi retorica, parafrasando l’auspicio di  Emanuela nei versi finali del poemetto: ‘’Sarà possibile non morire per amare?’’

E’ questo ‘invito che, personalmente, rivolgo a tutte le donne presenti qui oggi: siate orgogliose di essere donne ma, soprattutto, siate libere di esserlo!


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