La solitudine della poesia: "L' elefante nella stanza"

Tratta da "Poesie dell'indaco" di Andrea Sponticcia, Nulla die 2020


Ti ho mai parlato dell’elefante nella stanza?
Il nostro
all’inizio pareva soltanto un’altra cosa
gettata alla rinfusa
tra le tante.

Una similitudine senza corpo
a cui non dare peso
che col tempo però crebbe
e iniziò a occupare spazio.

Ci allontanava. Divideva ogni conversazione
in due silenzi.
Stava in mezzo, l’elefante, ed era
ora il punto zero, ora il fulcro vivo
di un bilico oscillante.

Noi sedevamo sulle sue estremità.
Tu salivi e io cadevo,
perduti nelle nostre metà
(la tua un amore vero, la mia un vuoto
sempre nero).

E l’elefante
così bello, così grande,
era l’unico male incolpevole
passato dalle nostre vite

ad aver tenuto unite
le nostre anime
quando tutto il mondo
se ne liberava

             pur di fare l’amore.

Per info sul libro visitare il sito internet:

*Andrea Sponticcia (Ancona, 9 febbraio 1992) è autore di cinque raccolte poetiche. Laureato in Scienze Umanistiche all’Università Carlo Bo di Urbino, nel 2017 ha vinto il 1° premio nella Sezione Epitaffi del Premio Nazionale di Filosofia “Le figure del pensiero”, mentre nel 2021 si è classificato 2° nella sezione “Raccolta di poesie” della XXX edizione del Premio Letterario Città di Pomezia, con la silloge “Anime dive”. La pubblicazione di quest’ultima raccolta è prevista per la fine del 2022, per i tipi della Gangemi Editore. Dall’autunno 2021 collabora con l’associazione culturale “Poesia: femminile, singolare” in veste di recensore e articolista. Vive ad Apecchio, in provincia di Pesaro e Urbino.

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