Solo ora che ti guardo dormire...

Mi chiederai perché e perché ora.
Sono certo che stringerai i pugni senza avvertire la stretta tenace. Ferma, in una penosa incredulità, ascolterai quello che la mia voce ti dice e proverai tanto e tale dolore come se la verità, che sempre hai cercato, ora ti si rivoltasse contro come dei pugnali veloci e silenziosi che si conficcano nell’animo tuo, muto e quasi agonizzante.
Sono stato per pochissimo tempo sano
di mente e la mia inutile fermezza non è valsa a niente.
Prima di lasciarmi andare non ho pensato a quello che tu eri o rappresentavi. Non ho pensato a quello che avevo, non ho pensato al bene o al male, alla differenza tra chi è e chi, solamente, appare. Nessuna incertezza nell’affondo del bacio, nessuna limitazione nella passione carnale, nessun dubbio, nessuno, nel continuare il cammino o la corsa …fuori dai confini del lecito.
Prima di lasciarmi andare non ho pensato a quello che tu eri o rappresentavi. Non ho pensato a quello che avevo, non ho pensato al bene o al male, alla differenza tra chi è e chi, solamente, appare. Nessuna incertezza nell’affondo del bacio, nessuna limitazione nella passione carnale, nessun dubbio, nessuno, nel continuare il cammino o la corsa …fuori dai confini del lecito.
Niente che assomigli ad una
coscienza. Nessuna traccia di lungimiranza e privo di ogni logica mi sono fatto
prendere e catturare.
Dovevo essere io il predatore… ma a guardarmi bene non posso che essere un bracconiere. I sinonimi che si usano per indicare il raggiro, la disonestà, la malafede e tutti quelli che neanche conosco, hanno costruito quello che sono adesso, impressi a fuoco nel mio vivere quotidiano, nel mio essere indegno, indegno della devozione, dell’affetto e dell’amore che provi per me.
Dovevo essere io il predatore… ma a guardarmi bene non posso che essere un bracconiere. I sinonimi che si usano per indicare il raggiro, la disonestà, la malafede e tutti quelli che neanche conosco, hanno costruito quello che sono adesso, impressi a fuoco nel mio vivere quotidiano, nel mio essere indegno, indegno della devozione, dell’affetto e dell’amore che provi per me.
Sentimenti, questi, che ti
appartengono semplicemente e senza difficoltà, quasi fossero naturalmente
intrisi nella tua pelle, matrici assolute del tuo essere donna.
Si… la voglia di lei, liscia e
diretta alla testa, come una bevuta di grappa, sinuosa e curvilinea, come
lenzuola di seta pura, calda e deflagrante come l’incendio che distrugge una
foresta secolare o un palazzo d’altri tempi.
Nessuno avrebbe resistito al richiamo
del suo profumo, a quel profilo lieve, una stampa nel cuore che si arrende, a quel corpo leggero e privo di esperienza ma così impetuoso da tagliare di netto
tutte le resistenze della morale; nessuno avrebbe fatto un passo indietro di
fronte a quel paradiso tangibile, vero e così vicino.
Nessuno, sono sicuro e per questo mi
dovrei sentire meno colpevole…eppure…
Eppure avrei dovuto guardarti ora per
dare il passo che mi è mancato, per ricucire velocemente lo strappo che si
stava aprendo, vertiginosamente, tra l’impulso e la ragione. Avrei dovuto
immaginare, solo per un attimo, per una lucciola di tempo, come sarebbe stato
il tuo definitivo addio.
Se deciderai di punirmi per questo
reato, per la sua recidiva che si materializza quasi ogni giorno, allora non
sarò più una persona, non varrò che pochi grani di sale, sarò una moneta senza
corso, una merce in avaria. Mi guarderò allo specchio e vedrò cosa significa la
disperazione ed il vuoto che genererebbe la tua rinuncia. Non pensare che ti
chieda giustificazioni o attenuanti. Agognerei mille castighi ma non
sopporterei di vivere neanche un anno, mese, giorno, ora, minuto o secondo
senza averti accanto, senza i tuoi sorrisi, le tue carezze, la tua voce
cangiante, la tua indole furibonda ed indeformabile. Senza di te piangerei lacrime
corrosive. Mi annienterei solo respirando la tua assenza.
Ho violato la promessa che ci eravamo
scambiati.
Ti ho tradito amore mio…dovevo
dirtelo e lo faccio ora….solo ora che ti guardo dormire.