domenica 29 giugno 2025

La "Janara": custode di segreti e tessitrice di destini - di Antonella Moscariello


"In un tempo dimenticato, quando il mondo parlava ancora la lingua della natura, un uomo si ammalò. Una donna, guidata da un istinto più antico delle stelle, che armoniose illuminavano il tappeto del cielo notturno, ascoltò il sussurro ancestrale delle erbe. Si armò di una lama affilata e raccolse foglie e radici mentre affidava al vento le sue invocazioni, preghiere o canto, per salvargli la vita. Quando il malcapitato grazie a quell’intruglio guarì…lei non fu più solo una donna ma divenne una strega.” 

E’ così che l’autrice ci prende per mano e ci conduce alla scoperta di un mondo misterioso, sconosciuto, stregato.

Questo libro racconta una storia grazie a Michele, un bambino (il figlio di Emanuela), che in un caldo pomeriggio d’estate inforca la sua bici e percorre le strade, i vicoli del paese, per spingersi oltre, in campagna fino alla contrada ‘Li Pacci’…ed imbattersi in una casa abbandonata, ricoperta di vegetazione, con mura crepate, dove, sotto un cumulo di vecchie cianfrusaglie ecco che trova ‘un manoscritto dalle pagine ingiallite, sottili e fragili come foglie d’autunno.

Sulla copertina si intravede una scritta: “Memorie di una Janara”…

Ed allora, il più velocemente possibile e con il cuore in gola, fa ritorno a casa portando il tesoro con sé, da mostrare e leggere insieme alla sorella Ginevra (la primogenita di Emanuela).

E’ la voce della Janara che racconta la sua vita, come un diario scritto dalla strega perseguitata in quanto strega, “Rincorsa dall’odio e macchiata dal peccato”, raggiunge la ruota delle suore e, con ginocchia tremanti, poggia la sua creatura, la sua bimba, avvolta nel suo scialle… “anima mia, possa tu vivere libera dall’inganno di questa maledizione”.

La Janara sta mettendo in atto la decisione più dolorosa che una mamma possa prendere: separarsi dalla propria figlia.

Ma è l’unica soluzione possibile per lei pur di liberare la neonata dalla condanna ad una vita da strega.

Ma non sveliamo tutto il racconto…

E’ un’opera complessa questa di Emanuela Sica, che si dipana su 3 livelli narrativi:

-          Il romanzo

-          La poesia

-          Il racconto vernacolare, la lingua dell’anima, accompagnato dalla …opportuna traduzione in italiano

Una originale attenzione grafica, che fa da guida al lettore, è posta anche nella stampa del libro:

-          La grafica chiara delle pagine corrisponde al racconto dei bambini

-          La grafica scura riporta il diario della strega.

Ma l’autrice arricchisce ulteriormente questa sua opera, regalandoci una risorsa molto utile, direi: il “Grimorio di Plenilunio: Erbe cantanti – Segreti di rito ed altre ricette”, ovvero una raccolta di “ricette dal potere magico”, per così dire, una sorta di ‘Libro di magia’, tra le quali ne ho trovate alcune davvero intriganti:

Unguento del Volar Notturno   

Incanto del Vento per Dimenticare una persona/un amore   

Acqua di Lavanda e Rosmarino per tranquillizzare e purificare l’anima 

Ma prima di provarle, il consiglio è di leggere le Avvertenze!

In vernacolo, la lingua dell’anima, come amiamo definirla, sono riportati come raccontati dalla Janara, Li Cunti antichi”, che Michele e Ginevra cominciano a leggere con crescente curiosità, accorgendosi, immediatamente e con grande stupore, che sono stati scritti cento anni dopo e che hanno qualcosa di familiare…ma sì, è proprio così, alcuni di questi racconti, in dialetto, li hanno già ascoltati dalla voce del loro amatissimo nonno, quando, durante le chiare sere d’estate o nei lunghi pomeriggi d’inverno, affianco al camino, glieli aveva narrati più e più volte.

“La gatta Janara”, la gatta nera che si introduce in casa di Antonio il sergente e sua moglie Concetta e fa giustizia tra moglie e marito, “Lu scazzamauriellu”, lo gnomo dal cappello rosso a punta che può esaudire ogni desiderio, e tutti gli altri a raccontare storie antiche, ma sempre attuali, nelle quali gli elementi magici intervengono a fare giustizia ed a punire gli esseri umani prepotenti e malvagi, per la salvezza delle vittime designate.

Circostanza che emerge e sulla quale possiamo riflettere è che le parole della Janara si svelano solo a chi è pronto a scoprire la verità, ovvero ai due bambini, che, liberi da preconcetti e pregiudizi, sono disposti a credere alla sua storia di Herbaria e non di Strega, “che fu allontanata e perseguitata per ignoranza e per paura, per non volerle riconoscere il diritto alla libertà”.

Ella è pericolosa proprio in quanto libera, non riconosce padroni ai quali obbedire, di conseguenza è incontrollabile.

Il potere la teme.

Chi agisce contro il potere costituito viene considerato eretico, si sa, quindi deve essere isolato e messo a tacere, nel Medioevo, nel Rinascimento, dove il clero ed il patriarcato costituivano il sistema, ma in particolare se si era donne, si doveva sottostare.

Questo, in qualche modo accade ancora oggi.

L’autrice, con questa opera, ci offre anche un grande lavoro di ricerca storica volto ad indagare ed a ricostruire il dramma di donne condannate al rogo solo perché non vollero accettare di piegarsi al modo comune di intendere la società.

Possiamo ritenere che tutto iniziò, in grande scala e sistematicamente, con Il ‘Malleus Maleficarum’ - Il Martello delle Streghe - scritto verso la fine del 1400 da due “frati/inquisitori domenicani Heinrich Kramer e Jacob Sprenger, è considerato il trattato più famoso ed influente sulla caccia alle streghe.

Si dice che fu proprio con quel libro che cominciò la grande persecuzione delle donne accusate di stregoneria in tutta Europa”.

Così spiega Ginevra all’incredulo Michele mentre leggono le pagine del diario misterioso: “descriveva come riconoscere le streghe, come processarle e torturarle…donne accusate senza prove, semplicemente perché diverse, perché sapevano usare le erbe o erano sagge guaritrici…”, era un libro approvato dalla Chiesa, diffuso in tutta Europa, e divenne la giustificazione per uccidere migliaia di donne.

Ed anche l’Inquisizione (dal Medioevo all’epoca contemporanea – nell’ Europa cattolica, fino in Sud America), per la quale si poteva formulare l’accusa di stregoneria, che equivaleva ad una condanna a morte.

E così il lettore viene condotto, con la prosa e la poesia, arricchita dalla ricerca storiografica e lessicale, il vernacolo, in un mondo dove si intrecciano mito e storia, fantasia e realtà; è un invito alla riflessione profonda, si rivolge alla coscienza di ognuno, intende metterci di fronte alle nostre paure più ancestrali, per riconoscere alla figura femminile la dignità, l’autonomia, la libertà che le spettano contro ogni forma di discriminazione.

Ma seppur in contesti ostili ed in sistemi sociali che le volevano isolate e silenti, alcune donne, hanno saputo, in ogni epoca, con grande determinazione e coraggio, prendere in mano le sorti della propria esistenza, raggiungendo livelli destinati solo a personaggi maschili, tra queste l’autrice ricorda Ildegarda di Bingen, vissuta nel 1100,  monaca benedettina e poi santa, il cui talento e preparazione furono apprezzati finanche da Federico Barbarossa, senza per questo riuscire ad evitare lo scontro con l’Imperatore.

Ed ancora, Trotula De’ Ruggiero, considerata la prima donna medico d’Europa, appartenente alla prestigiosissima Scuola Medica Salernitana, che scrisse trattati medici basati sugli studi da lei stessa condotti in Fisiologia, Farmacologia e Cosmetica con un’attenzione speciale rivolta al mondo femminile.

Le vite di queste donne eccellenti chiedono con forza che sia fatta giustizia e che sia riscritta, finalmente, la storia declinata per secoli solo al maschile, introducendo, tanto per cominciare, nei testi scolatici i loro nomi e raccontando le loro vite, restituendo finalmente la dignità mai riconosciuta.

Oggi è in atto, evidentemente, una ribellione delle donne, che non accettano più un ruolo subordinato, generando, purtroppo, comportamenti abusanti da parte di taluni uomini.

Questo libro lascia domande senza risposte, interrogativi che riecheggiano nelle nostre coscienze.

Ma questa …è un’altra storia ancora tutta da raccontare.

Relazione tenuta durante l'evento di presentazione del libro - il 28 giugno 2025 presso la Tenuta Volpe di Savignano Irpino.