domenica 6 luglio 2025

Pensieri Stravaganti - Fenomenologia del petulante


A cura di Mino Mastromarino

La figura (purtroppo) perenne del petulante, ossia di colui che molesta gli altri per avere,  è scolpita nel II canto dell’Iliade mediante il personaggio di Tersite. Il Poeta che non vedeva lo ha descritto così:  << Tutti gli altri sedettero, si mantennero ai loro posti,  ma Tersite, lui solo, strepitava ancora, il parlatore petulante, che molti sciagurati discorsi nutriva nella sua mente, per disputare coi re a vuoto, fuor di proposito, pur che qualcosa stimasse argomento di riso per gli Argivi; il più spregevole, fra tutti i venuti all’assedio di Troia>>. Il suo nome significa letteralmente “lo sfrontato”. 

Poi è venuta la variante del seccatore (il-)letterato dell’inimitabile Orazio. << Mi trovavo a passeggio per la via Sacra, pensando, come spesso m’accade, a non so più che inezie, tutto preso da quelle. Di corsa, un tale mi si fa accanto, uno che conosco soltanto di nome, mi afferra la mano e: «Come stai, carissimo?» «A meraviglia, almeno per ora» gli dico «e ti auguro tutto ciò che desideri». Siccome non mi mollava, lo prendo d’anticipo: «Ti serve forse qualcosa?». E lui: «Dovresti conoscermi» mi dice «sono uomo di lettere». Ed io allora: «Ti terrò più a caro, per questo». Cercando disperatamente di staccarmene, ora andavo più in fretta, ogni tanto mi fermavo, dicevo non so più cosa nell’orecchio al mio servo e il sudore mi gocciolava giù fino ai talloni. Siccome non gli rispondevo, «Desideri disperatamente svignartela» mi dice «è un pezzo che lo vedo; ma non c’è niente da fare; non ti mollerò fino all’ultimo; ti starò alle calcagna. »… Quello comincia: «Se ben mi conosco, non ti sarà cara più della mia l’amicizia di Visco, non quella di Vario: chi infatti è capace di scrivere più versi di me, o più in fretta di me? Chi con più grazia danzare? E canto in maniera che Ermogene stesso m’invidierebbe». Qui era il momento di fermarlo: «Ma non ce l’hai una madre, dei parenti, a cui servi tutto intero?» «Non ho nessuno al mondo: li ho sotterrati tutti». Dell’insolenza elettorale dei candidati è inutile parlare, avendone tutti avuto esperienza personale diretta. 

Qualche settimana fa, il sindaco di Capri ha emanato un’ordinanza contro la petulanza dei commercianti affinchè << sia mantenuto un decoro generale e l’agevole circolazione pedonale e veicolare, senza che i turisti siano continuamente avvicinati e fermati da operatori commerciali di vario genere presenti sul territorio, che incuranti di tutto cercano di proporre le più disparate prestazioni di beni e servizi, non richiesti >>. Sebbene siano dubbie la potestà comunale di intervenire in tale ambito privato e la relativa applicazione pratica, l’iniziativa  è lodevole,  anche per essere spia di una vera e propria insofferenza sociale. E di una dilagante degenerazione della pratica mercantile. Sorprende pure il fatto che, nell’isola del turismo di lusso, ci sia il fenomeno dei venditori assillanti . Non ci può bastare la solita discussione estiva sui limiti di godimento turistico di una bellezza naturale per cui – con buona dose di ovvietà,  «Capri deve essere di tutti, ma non per tutti insieme». 

La petulanza è diventata la cifra del marketing. Di quello telefonico e digitale, in particolare. Non ha freni, non ha filtri. La riservatezza e l’intimità personali sono sistematicamente violate. Chi non riceve quattro o cinque chiamate al giorno da operatori della telefonia e venditori dei più  disparati servizi, dallo scarico fognario ai congegni di produzione di acqua frizzante ? La parola più petulante e ingannevole in assoluto: cookies. All’utente inerme si finge di offrire la scelta tra l’accettazione e il rifiuto. Se non accetta, non va avanti.