UNO SPETTACOLO



Quante domande si rincorrono nella mente dell’uomo. Quanti perché si conficcano nelle isole del pensiero e lì rimangono sepolti, sino a che qualcosa non smuove quella staticità. Ci sono risposte che seguono una genesi dolorosa. Altre invece scardinano una liberazione, una fuga inaspettata. Simile alla corsa di un bambino che sorride alla spensieratezza. Eppure quando si cerca il perché della vita è con noi stessi che bisogna fare i conti. Con quello che abbiamo dentro. E’ lì che nascono le risposte che sottomettono il destino di ogni uomo ad una prova ancora più grande. Uscire vittoriosi dall’eterna lotta tra l’essere e l’apparire. La trasformazione di una piccola cellula in quello che sarà un uomo, una donna. Sotto lo sguardo immobile del cielo, il tempo divora lentamente ogni passaggio della nostra vita. E mentre lui cresce, si fortifica, fino a diventare l’essenza ed il ricordo di come eravamo, prima semplici cellule, poi ossa, carne e muscoli, così il nostro viaggio sulla terra man mano si avvicina alla fine. Ed in quel percorso che si snoda ciò che siamo e che saremo. Prima annidati nel corpo di un altro essere. Poi staccati a forza da quel ventre. Chi con una spinta autonoma, chi con un taglio netto. Un distacco comunque vigoroso. Necessario. La nascita genera la materia di cui siamo fatti. La realtà tangibile che ognuno di noi ha davanti all’altro. Ciò che si riflette in uno specchio. I tratti. Le peculiarità di un sorriso. La dolcezza di uno sguardo. Il colore dei capelli. Eppure dentro di noi c’è ancora un embrione in evoluzione: l’anima. Appena nati non ha ancora la dimensione dell’essere umano. Troppo piccola o forse troppo grande per vivere in un corpo così soffocante. Uguale e diversa da ogni altra, sottomessa alla percezione del tempo. Alla sua immagine in continuo divenire. Ci vive dentro senza saperlo. Un inquilino trasparente che osserva mentre ci trasformiamo da neonati a bambini, da bambini a ragazzi, da ragazzi ad adulti. E mentre guarda questo cambiamento così lievita nel corpo espandendosi sino a riempire ogni cavità. Sino a diventare la chiave della nostra esistenza. Legata al cuore, mitiga nei suoi battiti il ticchettio del tempo che scorre. Anima prima incosciente e temeraria, poi matura e decisa, infine assillante sino a diventare, alcune volte,  ingombrante. Una presenza che non ci lascia mai soli, neanche quando tentiamo di cacciarla. L’anima comprende l’incomprensibile. Si apposta negli angoli e stana la paura.  Diventa l’istinto migliore, la percezione ed il pensiero di mille e mille azioni. Giuste o sbagliate. E’ sempre lei che dirige l’orchestra. Accordando gli strumenti durante la maturità. L’anima pretende una scelta e noi seguiamo quella che ci sembra più giusta o opportuna. E sentiamo che ci parla con linguaggi sempre diversi che non sono fatti di parole. A volte è un semplice profumo, simile all’essenza dei fiori di campo. Ci entra nelle narici e ci inebria i pensieri. A volte è simile ad un respiro affannoso che ci lascia attoniti e desolati. Ogni singolo sussulto della sua consistenza aerea crea una sensazione, sempre unica, sempre diversa. Tormento o estasi. Ansia o tranquillità. Fatica o riposo. Amore o odio. E questo accade perché: "c'è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c'è uno spettacolo più grandioso del cielo ed è l'interno di un'anima". (Victor Hugò) 


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