Il canto delle Muse. I libri del mio tempo

Narrava Esiodo (Teogonia, 52 segg.) che Mnemosine aveva partorito a Zeus, nella Pieria, in Tessaglia, nove figlie, le nove Muse, sempre allietantisi della danza e del canto, che fanno dimenticare angustie e dolori; e questo era avvenuto dopo che il padre degli dei aveva, con la sua vittoria sui Titani, portato un nuovo ordine nel mondo. Il loro nome però è spesso associato a quello di Apollo, che infatti ne era il protettore e godeva della loro voce e delle loro danze durante le feste e i magnifici banchetti degli dei.

Le Muse (o Eliconie, dal nome del monte Elicona dove vivevano, o Pieridi, perché nate appunto in Pieria, ai piedi del monte Olimpo) erano associate ad un particolare aspetto dell'arte e del sapere. La nascita delle Muse eternò dunque la gioia di quel trionfo; e le gioconde fanciulle ne rinnovavano fra gli dei la letizia, ogni volta che facevano risuonare dei loro canti le sedi dell'Olimpo. 
Secondo l’ordine di Esiodo, queste sono le nove Muse:

Clio: “colei che rende celebre”, la musa della Storia e del canto epico. In mano solitamente ha una pergamena.

Euterpe: “colei che rallegra”, la musa della Poesia lirica e della musica. I suoi simboli sono il flauto e le tibie. Si dice che sia l’inventrice dell’aulos.

Thalia: “colei che è festiva”, la musa della Commedia. Simboli sono la maschera comica, il bastone e la ghirlanda d’edera. Ha un’aria sempre allegra ed è associata anche alla satira.

Melpomene: “colei che canta”, la musa della Tragedia. Simboli sono la maschera tragica, il bastone di Ercole, la spada e i sandali coturni. Era in stretti rapporti con Dioniso e il suo sguardo è spesso severo. Si dice che dalla sua unione con Acheloo, un dio fluviale figlio di Oceano e Teti, siano nate le Sirene.

Tersicore: “colei che si diletta nella danza”, la musa della Danza e della lirica corale. Viene raffigurata con una lira. Spesso in testa ha una corona di allora. Si dice che sia la madre delle Sirene, con padre Acheloo

Erato: “colei che provoca desiderio”, la musa della Poesia amorosa, del canto corale, della mimica e della geometria. In mano ha un rotolo o un plettro ed è raffigurata con una corona di rose e mirto. Di solito vicino a lei è raffigurato un Amorino con arco e turcasso.

Polimnia: “colei che ha molti inni”, la musa del Mimo, del canto sacro e della danza rituale. E’ associata anche alla retorica, alla memoria, alla storia e alla geometria. Non ha nessun oggetto o simbolo, ha un aspetto devoto con tanto di velo e mantello. Spesso ha una corona di perle. A lei si deve l’invenzione della lira e dell’agricoltura.

Urania: “colei che è celeste”, la musa dell’Astronomia, della geometria e dell’epica didascalica. Suo simboli sono il globe celeste o un bastone, ma spesso è raffigurata con l’indice che segna il cielo. E’ sempre vestita d’azzurro e ha una corona di stelle.

Calliope: “colei che ha una bella voce”, la musa dell’Elegia e della poesia epica. Viene raffigurata con una tavoletta ricoperta di cera e con uno stilo oppure con un rotolo nella mano sinistra. E’ la musa di Omero, ispiratrice dell’Odissea e dell’Iliade e di Dante per la Divina Commedia. 

Dapprima, si pensarono le Muse come cantatrici e danzatrici: danzando intorno all'altare di Zeus - come le descrive Esiodo - esse cantavano l'origine del mondo, e la nascita degli dei e degli uomini, e le grandi imprese di Giom, le sue lotte e le vittorie; immensamente superiori agli aedi umani, come quelle che tutte le cose sapevano, e non solo le passate e le presenti, ma anche le cose future. E benché esse si compiacessero in special modo del canto, presto esse furono pensate anche come suonatrici dell'uno o dell'altro strumento; e in tale atteggiamento si vedono spesso rappresentate nelle opere d'arte specie nelle pitture vascolari. E mentre esse, in un primo tempo, avevano impersonato propriamente la gioia della danza, del canto, del suono, in seguito divennero, più genericamente, le dee del canto, invocate e presenti in tutte le occasioni, liete e tristi, nelle quali fossero a proposito la musica e i canti; i loro nomi furono allora messi in rapporto con i diversi generi di poesia, l'epica, la lirica, la drammatica.

Soltanto in età ellenistica però fu definito per ogni Musa il campo specifico della poesia, nella quale si esercitava la sua ispirazione e la sua protezione: e così Clio fu la Musa del canto epico (e, per estensione, anche della storia), Urania dell'epica astronomica (come la concepì e ne produsse Arato) e della didascalica in genere, Melpomene e Talia rispettivamente della tragedia e della commedia, Tersicore della lirica corale, Erato della poesia amorosa (poi anche della geometria e della mimica), Calliope dell'elegia, Euterpe del suono del flauto e della lirica in genere (specie monodica) e Polinnia della danza e del canto sacro. Queste attribuzioni non furono del resto mai fisse; furono di continuo cambiate a capriccio dei poeti e si allargarono, come si è accennato sopra, dal campo della poesia a quello della prosa e delle scienze: e come Clio passò a proteggere la storia, così ad Urania divenne sacra l'astronomia e a Talia l'agricoltura.

Per queste ragioni, sotto l'etichetta #IlcantodelleMuse troverete i libri, unitamente agli autori/alle autrici, che maggiormente hanno stimolato la mia attenzione e che accompagnano il mio tempo. 

Buona lettura



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