giovedì 17 luglio 2025

BiblioIlde: "I titoli di coda di una vita insieme" di Diego De Silva



A cura di Ilde Rampino

Una vicenda che rappresenta una sorta di altalena di sensazioni, monologhi che diventano dialoghi con l’anima dell’altro, un ponte di pensieri che attraversa le loro esistenze che si fondono in una. Alice e Fosco sembrano non riuscire a comunicare, ma lo fanno attraverso le emozioni che sono espresse nelle pagine di questo libro meraviglioso.

L’amara e, al contempo, profonda verità che “ci vogliamo bene, per questo ci stiamo lasciando” diventa un’autentica consapevolezza, totalmente diversa dalla “pace insapore” che rivela che è finita: egli vorrebbe individuare un momento preciso, una parola fuori posto, perché non riesce a comprendere il motivo per cui si sono allontanati e si è diventati fragili da un momento all’altro. E’ doloroso parlarne, perché non è qualcosa di improvviso : nelle pause tra le liti avviene qualcosa e ci si sente prosciugati, mentre ciò che non si riesce a sopportare è il silenzio dell’altro. Alice era diventata un’altra persona, aveva paura che Fosco se ne andasse e uno dei momenti più felici del loro matrimonio era stato quando una sera egli era uscito, in uno stato di agitazione convulsa e lei l’aveva seguito ed abbracciato, con la terribile paura di perderlo. Fosco si sentiva in colpa perché aveva finto di non capire che tra loro stava finendo e di non aver urlato, quando avrebbe dovuto e prende la decisione di andarsene dalla loro casa, perché l’idea di rimanere solo in quelle stanze lo deprimeva, tra gli oggetti che diventavano scrigni di ricordi, regali ricevuti che le ricordavano che si erano amati tanto tempo, una felicità estinta.

Fosco tende a scappare per non affrontare il dolore della separazione da  Alice e avverte la solitudine di dormire da solo “non come vuoto, ma come mancanza” e quando decide di andare via di casa, si rende conto che non si dovrebbe portare via niente, ma egli l’aveva fatto, aveva preso pochi oggetti a caso, come il primo racconto che aveva scritto, in cui parlava della sua infanzia. 

Un elemento importante di questa vicenda, che rappresenta una pietra miliare è la vendita della casa in paese dove egli aveva trascorso i suoi anni di bambino felice e amato. Questa decisione all’inizio lo aveva lasciato indifferente, ma poi si era reso conto che non avevano bisogno di soldi, voleva in realtà liberarsi di qualcosa che costituiva un rimpianto: non si era reso conto che la vendita della casa consisteva nella sua perdita, perché altri avrebbero abitato quelle stanze, cancellando ogni traccia di loro. 

Aveva voluto erigere un muro per allontanarsi da quel luogo, ma gli mancava tutto e sentiva di aver tradito il valore dei giorni dell’infanzia in cui si imparava a non aver paura del mondo e i suoi compagni di gioco, come Felicino. Voleva allontanarsi da tutti loro e dal cane Geppo, a cui era molto legato e che in seguito scopre che è ancora vivo e se ne occupa Barbara, una bambina che giocava con lui. Alice e Fosco decidono di tornare per qualche giorno nella casa che avevano venduto per “scrivere insieme i titoli di coda della loro storia”, ma sono combattuti: Alice detestava la capacità di Fosco di comprendere e perdonare e di assecondarla in ogni decisione, come quando lei aveva avuto un’offerta di lavoro in America e lui aveva accettato di seguirla, ma lei era frastornata dalla naturalezza con cui era pronto ad affrontare il cambiamento; alla fine lei aveva rifiutato la proposta e si era meravigliata della sua decisione. Fosco camminava per le stanze, osservando gli oggetti e si rendeva conto, solo in quel momento, che, quando si vende una casa, si deve prendere quello a cui si tiene, perché dopo non potrai recuperare più nulla. L’incontro con gli amici di un tempo è denso di emozioni, soprattutto nei confronti di Felicino, con cui aveva trovato un pretesto per non incontrarlo e poi lo abbraccia, perché lo “aveva appena estratto dalle macerie che proprio lui gli aveva rovesciato addosso” e con il nipote del cane con cui giocava da bambino, che ha lo stesso nome, Bucky.

In quella casa Alice aveva portato con sé i racconti di Fosco, che non aveva mai letto, per non spezzare un legame che in fondo era ancora vivo, nonostante le incomprensioni, ma poi decide di andarsene, dopo aver rivelato tutto agli amici di Fosco. Pregnante è il significato dell’ ”Atto di confidenza” che Fosco scrive al giudice, molto diverso dagli atti di separazione freddi e anonimi che erano intercorsi tra i loro avvocati. In quelle parole Fosco esprime tutto il dolore che prova perché ha perduto sua moglie senza rancore, né urti e dice una frase bellissima e intensa: “la verità è che non c’è senso alla fine di un amore”.