La determinazione e, al contempo la dolcezza e la sensibilità di una donna sono racchiuse nel personaggio della protagonista, Anna che arriva a Lizzanello, un piccolo paese del Salento, che diventerà “la nuova scenografia della sua vita”. L’incontro con la famiglia di suo marito Carlo, il legame profondo che egli ha con suo Antonio, dagli occhi intensi e malinconici, il rapporto difficile con Agata, sua cognata, che prova una sorta di diffidenza nei suoi confronti, perché la vede diversa anche nelle sue abitudini, come l’utilizzo dei semi neri del basilico ligure chiusi in un sacchetto e le espressioni francesi che talvolta usava, come anche la morbidezza delle sue mani la fa sentire talvolta a disagio. Anna si sentiva sola, ma in lei non verrà mai meno il desiderio di arrendersi, anzi il distacco dalla realtà in cui aveva vissuto, la spingerà a creare qualcosa di nuovo e ad affermare la propria identità.
Una nuova esperienza segnerà la vita di Anna e di suo marito Carlo: la creazione della Cantina Greco, sostenuta da don Ciccio che lo aiuta ad impiantare un vigneto e produrre vino, una sorta di ritorno al passato e al ricordo di un amore finito. Il senso di famiglia, un simbolo di profonda unione tra i due fratelli è legata alla leggenda del leccio, il luogo in cui il loro padre li portava quando erano piccoli e che rappresentava in un certo senso un punto fermo nel marasma di sensazioni, legate alla malattia della madre che Carlo, più piccolo, non aveva mai accettato e a cui non aveva mai perdonato la sua indifferenza. La solitudine di Carlo era stata mitigata dall’affetto di Antonio che si era sempre preso cura di lui e non lo aveva mai abbandonato.
La morte del portalettere del paese e l’offerta di un lavoro spingono Anna a decidere di fare domanda, perché aveva un grande desiderio di farcela e affermare la propria personalità, nonostante le parole di suo marito ,”non ti prenderanno mai” che l’aveva fatta soffrire. Anna viene assunta e per lei è una grande soddisfazione in un’epoca, gli anni ’30, in cui le donne dovevano solo prendersi cura della propria famiglia, non potevano certamente fare un lavoro “da uomo”. Anna ci riesce e il suo senso di indipendenza è rappresentato anche dall’abitudine di prendere un grappino al bar la mattina: un’ affermazione di libertà, senza la paura del giudizio degli altri.
L’incontro con Giovanna, una donna che viveva isolata da tutti, a Contrada La Pietra, la mette a contatto con la sofferenza e con il disagio profondo del sentirsi diversa dagli altri e soprattutto non accettata e l’aiuta nel realizzare il proprio sogno d’amore, nonostante una situazione delicata: nasce un rapporto profondo tra di loro, è come se si riconoscessero in qualche modo e Anna le starà sempre vicina e la difenderà dalla prepotenza.
Vi è un elemento importante che lega a filo doppio molti personaggi della vicenda : un segreto, come quello che Carlo scoprirà solo dopo anni e che rivelerà solo al fratello Antonio e che si concretizzerà in una decisione eclatante solo dopo la sua morte, quello che riguarda la nascita di Daniele e la sua passione celata per il cucito e la creazione di abiti da donna, che alla fine fuggirà in America perché non riesce ad accettare la vergogna e l’amarezza, quello di Antonio nei confronti di Anna, che lo porterà sempre a nascondere i suoi sentimenti.
Attraverso le pagine di questo meraviglioso romanzo si avverte una profonda solitudine, soprattutto di Agata, la moglie di Antonio, di Lorenza, la loro figlia, che fa scelte difficili e definitive che la faranno soffrire, di Carmela, di Giovanna, donne che non sono riuscite , per svariati motivi a realizzarsi e a prendere le decisioni che volevano e, di conseguenza, sono piene di risentimento nei confronti degli uomini e sono condannate all’infelicità, poiché si sentono avvolte in una rete inestricabile di paure e incertezze. Diversa è la personalità forte di Anna, che non ha mai avuto paura di “essere diversa”, è stata consapevole della propria unicità.
Anna decide di portare avanti il suo progetto della Casa delle Donne, che Carlo, all’inizio contrario, in seguito aveva condiviso con lei: negli occhi di Anna ardeva ”la scintilla della sfida al mondo” per ogni sua iniziativa che doveva portare ad un cambiamento.
Nelle ultime pagine è come se si chiudesse un cerchio, attraverso le parole di una lettera, piena di rimpianto, dolore e amore che ricongiunge a sé il passato e un presente estremamente doloroso.
Ilde Rampino