Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.
- Anaïs Nin -
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IL TUO UNICO MERITO
Sono arrivata
a questo punto, strattonata dal tuo incomprensibile orgoglio e dal tuo essere
indiscretamente testarda. Quello che intimamente ti pesava, quello che volevi,
ad ogni costo, sradicare dal tuo grembo, è stato con te, per così poco tempo,
che ora neanche ti ricorderai più delle mie tenere e rosee sembianze. Se questo era
il momento utile per dirsi addio sono convinta che non ci sarà più tempo per resistere altrimenti. Basta…è finita
e te lo dico senza arrogarmi il diritto di detestarti né di maledirti. Vorrei
solo poter dimenticare quello che il sangue trascina nelle mie vene; vorrei
poter tranciare ogni singolo ed infinitesimo contatto che il mio corpo ha con
il tuo passaggio, quel cordone che mi ha tenuta unita a te…ma che non è stato
mai veramente reciso, neanche con un taglio chirurgico. Ora vorrei
arrogarmi il diritto di dirti che è finita senza aggiungere parole scomposte né
frasi di malinconica circostanza. Non so ancora
quello che stai facendo adesso, né dove ti ha portato il destino. So solo che,
se avessi potuto scegliere, avrei, di certo, pregato e supplicato di non vedere
il giorno, la luce, il sole; di non respirare con la tenacia del primo vagito e
di non bere neanche un sorso di vita, neppure una goccia. Sarei rimasta
in silenzio, quasi serena, ma morente; l’immagine di una bambola bellissima che
non viene mai comprata nel negozio di giochi. Essa rimane ferma e muta, senza
disgelare alcuna emozione, nel suo scaffale, lentamente viene ricoperta da
polvere e vecchiaia senza mai alterare la sua espressione, un misto di
incredulità e rassegnazione. Certo, quando
hai deciso di abbandonarmi non ho potuto chiamarti a gran voce. Non ho potuto
fermare quei passi veloci e sicuri nel corridoio. Non ho potuto far niente per
impedire la genesi della mia distruzione. Se questo è
quello che mi merito solo per essere venuta al mondo allora non voglio
tormentarmi ancora. Lasciamo che
tutto rimanga come è nato. Vuoto e senza origine. Solo pochi e stralciati
frammenti di una vita immaginaria che non ha avuto neanche il tempo di imparare
a camminare. Non voglio più
vivere nel tuo ricordo. I ricordi nascono e si moltiplicano sulle emozioni e su momenti di vita vissuta e
noi…mio malgrado…non ne abbiamo mai avuti. Madre, quando
mi hai abbandonato non avevo che pochi mesi. Gattonavo
appena e la mia testolina seguiva ogni tua mossa come un segugio col suo
padrone. Ora comprendo
quello che la tua decisione ha generato dentro di me.Se mi arrendo
e sorrido davanti alle tenerezze della mia bambina; se, di notte, mi sveglio
mille volte a guardare il suo sonno beato; se, di giorno, il pensiero ha solo
la sua direzione; se, al ritorno da scuola, avverto le meraviglie di una vita
piena e senza mancanze, solo perché lei è con me; se sono diventata una madre
apprensiva e presente, una madre premurosa e, per quello che serve, severa, lo
devo a te. Si… devo per
forza riconoscere il tuo unico merito. Devo
ringraziarti perché quello che sono diventata lo devo al tuo addio.